Mentre in gran parte della Repubblica Democratica del Congo la fiducia e lo sviluppo si stanno gradualmente diffondendo, inalterati permangono gli scenari di guerra ripresa nelle scorse settimane dopo un periodo di apparente calma nel Nord Kivu, una regione cuscinetto, anticamente indipendente e tuttora autonomista. Dall'inizio della settimana i ribelli sono avanzati sino a Goma, facendo retrocedere le forze governative verso il Sud Kivu.
Anche una massa di 300.000 abitanti abbandona tanto le colline quanto il capoluogo e fugge come può nella stessa direzione dei militari o verso il vicino Rwanda. Questa crisi umanitaria lontana e dimenticata impone oggi una raccolta di fondi per assistere sia la popolazione già accolta negli attuali centri, sia quella in fuga.

Papa Benedetto XVI ha esortato i fedeli a pregare per la riconciliazione e la pace "in particolari situazioni che causano allarme ed enorme sofferenza, come sta vivendo la popolazione del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo". Anche la Conferenza Episcopale Congolese (CENCO) in un messaggio intitolato "Altro sangue innocente in Congo!" ha denunciato o sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali (cobalto, rame, zinco, oro, diamanti, coltane, cassaterite, ?) stia causando le ricorrenti guerre nelle regioni nord-orientali del paese e la nuova grave tragedia umanitaria.

La rete Caritas aveva lanciato all'inizio del mese d'ottobre un programma d'intervento d'urgenza a favore di 15.000 nuove famiglie sfollate, in fuga dai propri villaggi, garantendo per 5 mesi la fornitura di tende, indumenti, cibo e altri generi di prima necessità per 90.000 persone raccolte de in 5 siti e campi d'accoglienza. Caritas Italiana lavora da anni in tutta la RDC a fianco della Caritas Nazionale in progetti d'emergenza, riabilitazione e sviluppo; in particolare segue e conosce molto bene la Regione scenario degli scontri attuali perchè sostiene la Caritas Diocesana di Goma in progetti di microcredito, sviluppo rurale e sanitario.

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