Presentate oggi nel corso di una conferenza stampa organizzata presso la Sala stampa del Senato, le prime firme raccolte dalle associazioni ENPA, LAC, LAV e OIPA, a sostegno del disegno di legge n°510.
Il DDL 510, prima firmataria la Senatrice Donatella Poretti, si propone di abrogare l'art.842 del Codice Civile che consente ai cacciatori e solo a loro, di violare le proprietà altrui senza poter essere denunciati dai legittimi proprietari dei fondi. Un'anomalia tutta italiana, un'ingiustizia sociale che introduce il concetto di "due pesi-due misure" privilegiando smaccatamente una categoria di cittadini, i cacciatori, sollevandoli dall'incombenza di rispettare le altrui proprietà.
L'art.842 del codice civile venne approvato negli anni ?30, in un periodo, quello pre-bellico, nel quale vi era la necessità di disporre di quanti più uomini possibile avvezzi all'uso delle armi. Fortunatamente tale esigenza è cessata da più di sessant'anni, ma l'art.842 continua a produrre i suoi nefasti effetti. Chiunque voglia negare ai cacciatori l'acceso al suo fondo è costretto per legge a recintarlo con un muro, una rete metallica, una siepe, alti almeno 120 cm. L'articolo 842, inoltre, contrasta con quanto stabilito dalla Corte Europea di Strasburgo che, con la sentenze "Verdeille", ha riconosciuto ai piccoli proprietari terrieri francesi il diritto di escludere i cacciatori dalle loro proprietà.
Sono diverse decine le persone che ogni anno, in Italia, muoiono o rimangono ferite in incidenti di caccia. "In un momento in cui si fa un gran parlare di sicurezza dei cittadini - dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV settore caccia e fauna - chiunque, allo scopo di tutelare l'incolumità propria e dei suoi familiari, dovrebbe poter vietare ai cacciatori armati, di entrare nelle proprie pertinenze!"
"L'abrogazione dell'art. 842 - prosegue Anna Maria Procacci dell'Enpa - è resa ancora più stringente dai provvedimenti all'esame del Senato che prevedono il raddoppio della stagione venatoria (spari persino in agosto). Tra questi, il DDL Carrara impone ai cittadini di difendere i diritti di proprietà, privacy e sicurezza attraverso la militarizzazione del territorio, obbligandoli a recintare i terreni solo con il filo spinato".
La LAC esprime la sua solidarietà a quanti si sono stabiliti in campagna credendo di poter condurre una vita più tranquilla, e sono invece costretti a convivere perennemente con il rumore degli spari e con il rischio di venire impallinati. La LAC li assicura che lotterà strenuamente fino a che questa barbara legge, introdotta dal regime fascista nel 1923, non sarà stata abrogata.
Come organizzazione internazionale, l'OIPA è in costante collegamento con molte associazioni in tutto il mondo e, per quanto riguarda la situazione della caccia, l'Italia ha finora dimostrato molta arretratezza culturale. Nella maggioranza degli Stati Europei, come Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Norvegia, Spagna, Svezia, i cacciatori, oltre a dover sottostare a leggi ben più severe di quelle italiane, devono chiedere il permesso ai proprietari prima di accedere ai fondi privati.
Dall'inizio della stagione venatoria la raccolta delle firme a sostegno di questo DdL ha registrato un notevole incremento di adesioni, a testimonianza che il problema della tutela dei propri terreni si concretizza soprattutto quando i cacciatori li invadono per scaricare tonnellate di piombo su milioni si animali indifesi.
Considerata anche la grave ingiustizia sociale determinata dall'art.842, le associazioni animaliste confidano ora che il DdL 510 possa seguire una strada privilegiata verso una rapida approvazione, a tutela degli interessi di tutti i cittadini e soprattutto degli agricoltori che da settembre a gennaio di ogni anno, devono subire l'invasione armata dei propri terreni.
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