Lo studente di giornalismo afgano Sayed Perwiz Kambakhsh dovrebbe essere liberato immediatamente, poiché non esiste alcun fondamento legale sulla base del quale incriminarlo o condannarlo. È quanto sostiene Amnesty International, all'indomani della positiva notizia dell'annullamento della condanna a morte da parte di una corte d'appello.

Kambakhsh era stato arrestato il 27 ottobre 2007 per avere, secondo l'accusa, scaricato da Internet informazioni sul ruolo della donna nell'Islam, avervi aggiunto alcuni commenti e averle diffuse all'Università di Balkh. Egli ha sempre negato ogni addebito, denunciando di essere stato costretto a "confessare" sotto coercizione.

Il 22 gennaio di quest'anno, Kambakhsh era stato condannato a morte per "blasfemia" da un tribunale di primo grado di Mazar-e-Sharif, al termine di un processo giudicato iniquo da Amnesty International.

L'organizzazione per i diritti umani ha sollecitato il presidente Karzai e altre autorità dell'Afghanistan a liberare Kambakhsh, che tuttora rischia una condanna a 20 anni di carcere per un crimine per il quale l'art. 347 del codice penale prevede una pena massima di cinque anni.

Amnesty International ha anche chiesto al presidente Karzai di introdurre una moratoria sulle esecuzioni, in vista della totale abolizione della pena capitale.
Nei bracci della morte dell'Afghanistan si ritiene si trovino attualmente tra 70 e 110 prigionieri.

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