di Paolo Manzo Per l'Associazione ONG Italiane il 31° summit del G8 conclusosi in Scozia ha certamente segnato un piccolo passo avanti nella giusta direzione, ma non determinante Secondo l'Associazione ONG Italiane il trentunesimo summit del G8 appena conclusosi in Scozia ha certamente segnato un piccolo passo avanti nella giusta direzione, ma non determinante. Paesi poveri, Africa, società civile mondiale, i nostri stessi concittadini si attendevano da questo G8 molto più di quanto deciso dagli otto Capi di Stato dalle cui decisioni dipendono largamente i destini di miliardi di persone. "La decisione assunta a Gleneagles di stanziare 50 miliardi di dollari entro il 2010 - dichiara Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG Italiane - è un piccolo passo nella giusta direzione. Lo sradicamento della povertà richiederebbe che questa somma fosse stanziata già nel 2006 e la decisione di rimandare questo traguardo di altri cinque anni - prosegue Marelli - e ancor più di subordinarlo ad una crescita economica del 2% del nostro Pil continua a lasciarci estremamente insoddisfatti". Nessuna assicurazione, nel caso in cui queste promessa fosse mantenuta, è stata inoltre fornita sulla destinazione esclusiva alla lotta alla povertà delle risorse rese disponibili. L'Associazione ONG Italiane si dichiara inoltre delusa per il rinvio sul Protocollo di Kyoto e per l'ulteriore limitazione della decisione già assunta dai G7 a giugno che riduce ulteriormente a 14 i Paesi che vedranno il loro debito cancellato. Sono 60 i Paesi che attualmente necessitano della cancellazione totale del debito estero. "A questo proposito - riprende Sergio Marelli - i 30 miliardi cancellati all'Iraq nel solo 2004 rendono evidente come, quando c'è volontà politica e interessi in gioco, è possibile assumere decisioni molto più significative di quelle prese a Gleneagles". Grande insoddisfazione da parte delle ONG anche riguardo la genericità della dichiarazione che rimanda ad una "data credibile" l'abolizione dei sussidi alle esportazioni agricole. "L'abolizione dei sussidi non è una novità - commenta Marelli - il Consiglio generale dell'OMC aveva già assunto questa decisione nel luglio 2004. Dalle maggiori potenze commerciali del mondo ci si attendeva una data certa, vincolante e a breve scadenza per eliminare questa misura distorsiva che soffoca ogni iniziativa economica e commerciale dei Paesi del Sud del mondo". "Per richiedere, come fatto dai G8, una maggior liberalizzazione dei mercati africani - conclude il Presidente dell'Associazione ONG Italiane - occorre che dimostrino coerenza e credibilità cambiando drasticamente le loro politiche protezionistiche e di concorrenza sleale nei confronti dei produttori del Sud. Vita, 8 luglio 2005

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