Nord e Sud del mondo dialogano per "cooperare" e "costruire insieme" imboccando la strada del "co-sviluppo: questo è il significato della Cooperazione decentrata, un fenomeno relativamente nuovo, diffusosi a macchia d'olio negli ultimi 15 anni.
I numeri parlano chiaro: dal 2000 al 2005, in Italia, i finanziamenti delle amministrazioni locali destinati alla cooperazione decentrata sono passati da 20 a 50 milioni di euro l'anno. In termini di amministrazioni coinvolte, ormai tutte le Regioni, metà delle 107 Province e centinaia di Comuni risultano attivi in una miriade di iniziative, la maggior parte delle quali piccole e puntuali.
Ma quali sono gli elementi di una buona cooperazione decentrata? Quali le buone pratiche sviluppatesi nel corso dell'ultimo decennio?
Nell'ambito del progetto Nord-Sud. Costruire insieme è possibile, nove Ong italiane - LVIA, Celim Bergamo, CISV, COMI, COPE, MOCI, MPS, PRODOCS, UVISP, si propongono di ragionare su questa nuova forma di cooperazione e identificare delle risposte dialogando con il territorio.
Tra le attività del progetto, che è un'iniziativa Volontari nel Mondo-FOCSIV, con il contributo del MAE-DGCS, spicca la ricerca svolta con la collaborazione scientifica del Centro Studi Politica Internazionale (CeSPI), che ha passato al vaglio 14 casi studio di progetti di cooperazione decentrata in una decina di paesi africani e latinoamericani. Tra i risultati emersi, un documento di riflessione che sarà portato sul tavolo di lavoro e discusso nel corso dei seminari che ognuna delle Ong aderenti organizzerà sul proprio territorio. Questo percorso porterà all'elaborazione di un ideal-tipo di partenariato tra territori, che identifichi gli elementi e i ruoli dei diversi attori nell'ambito di una buona cooperazione decentrata.
Gianfranco Cattai, responsabile Italia della LVIA, ong capofila del progetto, spiega: «Le ong hanno maturato la consapevolezza che l'interdipendenza crescente tra paesi e persone nel mondo porta con sé la possibilità del cittadino di farsi attore di processi che sembrano lontani dalla propria realtà. Sono nate nuove modalità di cittadinanza attiva che vedono enti locali, università, associazioni di categoria, scuole, e qualunque soggetto della società civile organizzata del Nord "cooperare" e "costruire insieme" con soggetti omologhi del Sud, ognuno in base alle proprie attitudini e competenze. L'obiettivo è favorire uno sviluppo più sostenibile - aggiunge Cattai - perché considera in misura maggiore i bisogni e le priorità delle popolazioni nei loro luoghi concreti di vita. Nello stesso tempo, attraverso la conoscenza reciproca, gli attori del Nord e del Sud creano legami, intessono reti, e questo aumenta la coscienza collettiva verso una cultura dell'accoglienza e della cooperazione, verso una volontà d'impegno personale».
«Nella cooperazione decentrata ogni attore porta insomma con sé pregi e difetti: l'ente locale apporta per esempio le conoscenze di buon governo della cosa pubblica - afferma
Umberto Dal Maso, presidente Focsiv - mentre la ong può introdurre a un rapporto con il Sud più paritetico, senza pietismi».
I primi appuntamenti sono fissati per il 25 ottobre a Galliate, con il seminario promosso da CISV, e il 10 novembre a Perugia con UVISP. I seminari e i tavoli di lavoro continueranno per tutto il mese di novembre e i primi giorni di dicembre a Bergamo con Celim, a Catania con COPE, a Cuneo con LVIA, a Reggio Calabria con MOCI, a Candiolo (TO) con MSP, a Roma con PRODOCS e COMI.
Il documento finale elaborato nel corso dei seminari sarà presentato a tutte le Ong aderenti alla Focsiv il 12 e 13 dicembre a Roma.
Gianfranco CattaiResponsabile LVIA Italia
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