di Redazione
Il responsabile analisi e Strategie di ActionAid Internationa rilascia a Vita commenti amari sugli accordi raggiunti al G8 di Gleneagles. Di Paolo Manzo e Joshua Massarenti
Vita: Il Premier Berlusconi ha definito Gleneagles "positivo per quello che ha prodotto". Quali sono state le iniziative concrete del governo italiano?
Luca De Fraia: Nella conferenza stampa del governo italiano c'è stato poco spazio, se non nessun spazio, dedicato all'Africa. Già breve di per sé, questa conferenza si è quasi interamente svolta sulle questioni del terrorismo. La mia impressione è che nell'agenda politica italiana, lo sviluppo dell'Africa rimane molto indietro. Ho avuto modo di intrattenermi brevemento con lo sherpa del Ministero degli affari esteri Monticelli. Per l'Italia, si tratta di una conferma degli impegni presi nel passato. Quello più recente assunto a livello di consiglio europeo risale al 24 maggio scorso. Un impegno accolto del resto con riserva da parte del nostro governo. Bene, rispetto a questa data, non c'è nulla di nuovo. Questo dimostra se non un disimpegno, un'assenza di strategia da parte del nostro governo. Non a caso, il nostro comunicato stampa di stamane si intitola "L'Italia si arrende a Gleneagles".
Vita: Qual'è il tuo giudizio complessivo rispetto agli accordi presi dal G8?
De Fraia: Tutta la fondamentale vicenda degli strumenti finanziari è stata sospesa per finire in margine negli annessi del comunicato finale del G8. Sia l'Iff che il progetto pilota sui farmaci sono stati inseriti nelle misure da discutere. Lo stesso discorso vale per il meccanismo degli advanced pourchased, detto brutalmente gli acquisti anticipati, anch'essi rimandato al futuro. Ciò che mi ha colpito della conferenza stampa di Blair sono le condizioni che ha posto a tutte le proposte elencate. Queste proposte sono condizionate da una serie di "se". Blair ha detto: "se ci saranno maggiore risorse", "se queste misure saranno realizzate", "se ci saranno regole migliori per il commercio", "allora saremo sulla via per sconfiggere la povertà".
Vita: Che cosa accadrà domani?
De Fraia: La mia risposta può essere una sola. Nulla. Quello che invece si può attendere è che forse un cambiamento lo potremmo avere nei prossimi cinque anni. E forse cambiamento ci sarà dopo cinque anni.
Vita: Per quanto riguarda il commercio internazionale, il G8 chiede ai Paesi africani di aprire ulteriormente le loro frontiere per facilitare l'import-export. Ritieni questo suggerimento opportuno?
De Fraia: La questione rimane aperta. Da parte loro, le Ong sono molto scettiche rispetto ai sussidi dei Paesi ricchi nei confronti dei loro prodotti. A riguarda, manca una data, ovvero l'apertura fatta da Bush alla vigiglia del G8 non si è tradotta ancora in un meccanismo preciso. Quindi lo stesso Blair ha rinviato il problema nel dicembre prossimo in sede del Wto (Organizzazione mondiale del commercio, ndr). Geldof stesso che è venuto a difendere in sala stampa in maniera ferma il lavoro della Commissione per l'Africa ha dovuto ammettere che mai parte del lavoro compiuto da questa Commissione aveva l'obiettivo di risolvere qui a Gleneagles la questione del commercio.
Vita: Comè stato accolto Geldof in sala stampa?
De Fraia: E' stata una conferenza stampa che ha riunito Geldof, Bono, i rappresentanti della campagna inglese Make Poverty History e Kumi Naidoo, la portavoce della Global Call to Action against Poverty. Debbo dire che c'è stato uno scambio di opinioni abbastanza franco. Da un lato abbiamo visto la Naidoo sostenere che il mondo ha alzato la voce sui problemi della povertà mentre il G8 ha respinto questo appello con dei sussuri. Al contrario, Geldof ha risposto che non sono sussuri la concessione di risorse per l'educazione e la malaria, così come non sono sussuri salvare milioni di vite umane. Mi sembra che questo scambio sia il frutto di punti di vista divergenti. Kumi Naidoo porta il peso di un'esperienza diretta in Africa. Sa cosa vuol dire dover decidere chi può essere curato e chi no, chi può andare a scuola e chi non lo può ecc. Dall'altra parte, c'è il punto di vista di Geldof che sa quanto è duro portare a casa dei risultati concreti e svolgere attività di lobby. Da lì la sua voglia di mettere in evidenza i risultati positivi.
Vita: Che cosa quindi è opportuno ritenere da questo G8?
De Fraia: Credo che oggi qui nessuno può mettere in discussione il significato di quello che il G8 ha deciso. E' stato un G8 importante, se non decisivo. Può essere apparentato al G8 di Colonia oppure quello di Genova in cui si era deciso di istituire il Global Fund. Forse varrebbe la pena ricordare questo G8 capace di mettere in piedi in tempi rapidissimi, meno di un anno, un Fondo globale di enorme importanza. Per quanto riguarda Gleneagles, il risultato concretolo dobbiamo ancora vedere. Tutto ricade nelle mani dei principali attori coinvolti, ovvero gli Stati nazione e gli organismi internazionali. Se pensiamo al Fondo Globale, quest'ultimo è nato in seguito alla volontà di alcuni di questi protagonisti.
Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha espresso comunque soddisfazione per l'impegno assunto dal G8 sull'Africa
Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha espresso soddisfazione per l'impegno assunto dal G8 sull'Africa ma ha avvertito che "e' solo l'inizio". "Questo e' un bel giorno per l'Africa e un bel giorno per la lotta contro la poverta'", ha affermato l'ex diplomatico ghanese, che ha partecipato al vertice di Gleneagles. "Complessivamente - ha osservato - l'esito del summit e' incoraggiante per la gente che si sta battendo per un mondo migliore. Ma e' solo l'inizio, ha creato un'opportunita' per l'Africa ma non ha risolto i problemi dell'Africa". In partiicolare Annan ha lamentato che non sia arrivata la "svolta" che sperava sulla fine dei sussidi alle esportazioni e ha chiesto ai leader di "fissare almeno una data" entro cui far cessare queste misure e di rilanciare i negoziati in questa materia in vista della ministeriale di dicembre a Hong Kong.
Vita, 8 luglio 2005