I leader europei hanno deciso di andare avanti con il Pacchetto Energia e la sfida di cercare di fermare i cambiamenti climatici, nonostante i tentativi di alcuni Stati membri della UE di far naufragare le azioni previste per proteggere le industrie inquinanti. E' il commento di WWF, Greenpeace e Legambiente.
Nel summit UE, l'Italia ha minacciato di porre il veto su misure cruciali per frenare le emissioni di CO2 e ridurre la dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili. Ma alla fine dei due giorni di intense discussioni in merito, i leader europei hanno confermato il proprio impegno a definire il pacchetto clima-energia prima delle negoziazioni internazionali sul clima previste per dicembre. Purtroppo, all'ultimo minuto, sono state comunque apportate alcune modifiche che hanno indebolito il documento finale.
I leader europei hanno respinto i tentativi dei paesi che volevano favorire gli interessi a breve termine di alcune industrie inquinanti rispetto agli interessi a lungo termine dell'ambiente, dell'economia e delle persone."
Gli sforzi dell'Italia per far deragliare l'azione UE sul clima finora sono stati disinnescati. WWF, Greenpeace e Legambiente si augurano che il presidente francese Sarkozy resista ai tentativi di ostruzionismo messi in atto da quei paesi, come l'Italia, che non hanno fatto alcuno sforzo per allinearsi al Protocollo di Kyoto e implementare le proprie politiche climatiche. Un appello in tale senso gli ambientalisti rivolgono anche ai ministri dell'Ambiente che lunedì si incontreranno in Lussemburgo.
L'Italia in questi giorni ha offerto un triste spettacolo, usando toni populistici per difendere l'indifendibile, vale a dire la propria incapacità di avviare una seria politica sul clima e sull'energia. Il Governo italiano ha contestato i dati europei sui costi e i benefici del pacchetto UE sulla base di studi irreperibili e non controllabili e, da quel poco che si è potuto avere, mettendo in conto solo i costi e non considerando i benefici economici derivanti dalla minore dipendenza dall'estero e dall'innovazione. La realtà è che il sistema energetico italiano è caratterizzato da privilegi storici stratificati e dall'inefficacia degli incentivi, che in larga parte vanno ai combustibili fossili. E' ovvio che avere dei target vuol dire riformare tale sistema, ed è questo che non piace alle industrie del settore, è su questo che la politica non sa intervenire. L'attuale pacchetto energia-clima è un'opportunità per riformare un sistema energetico che fa acqua da tutte le parti. Il nostro Paese rischia di perdere un'occasione di modernizzazione. La politica del rinvio, dell'attesa, del cercare di ridurre gli impegni è perdente da tutti i punti di vista. Espone l'Italia al rischio di rimanere il fanalino di coda non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello industriale. Non si tratta di essere conservatori o progressisti in politica, ma dinamici o pigri in economia. Oggi, con la crisi economica galoppante, la pigrizia mette fuori gioco.
Roma, 16 ottobre 2008
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