Luoghi educativi, una sfida nel nome di Giovanni Paolo II Sabato 18 ottobre, nell'ambito della Settimana di vita collettiva, in programma al Palazzo dei Congressi dell'Eur, si terrà un convegno dedicato ai nuovi luoghi educativi in parrocchia promosso dalla "Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport". Coinvolto nel progetto anche l'Istituto per il Credito Sportivo.
Un obbiettivo "ambizioso": promuovere o ristrutturare cento "luoghi educativi" in parrocchia e formare ogni anno duemila nuovi educatori e animatori sportivi. Se ne parlerà Sabato 18 ottobre, alle ore 10:00, presso la Sala C del Palazzo dei Congressi dell'EUR (Piazzale J. Kennedy 1, Roma).
L'occasione è data dall'ormai tradizionale appuntamento della SEVICOL, settimana di vita collettiva, l'evento fieristico e congressuale dedicato al mondo della comunità che quest'anno si terrà al Palazzo dei Congressi dell'Eur dal 16 al 19 ottobre.
Con Edio Costantini, Presidente della "Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport" e moderatore del convegno, saranno presenti: Andrea Cardinaletti, Presidente dell'Ics (Istituito per il credito sportivo), Don Mario Lusek, direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale dello sport della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), Roberto Ghiretti, Presidente dello "Studio Ghiretti", Padre Kevin Lixey, direttore della sezione Chiesa e sport del Pontificio Consiglio per i laici, e Michele Marchetti, direttore dell'area formazione del Csi (Centro Sportivo Italiano).
L'idea del convegno, fanno sapere dalla "Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport", nasce dal tentativo di dare risposte concrete a quell'emergenza educativa di cui ha spesso parlato anche Papa Benedetto XVI. Secondo Edio Costantini, «un aspetto cruciale della questione sociale è costituito dalla vasta crisi culturale che si ripercuote nella crisi dell'educazione e della formazione delle nuove generazioni. Le parrocchie, devono tornare ad essere degli avamposti educativi sul territorio, dei luoghi in grado di accogliere i giovani e salvarli dalla noia e dal "nulla". Nel "nulla" c'è il disagio, lo sballo, le droghe, l'alcool, ...
Mancano spazi educativi seri, credibili e soprattutto riconoscibili. Per questo motivo, prosegue Costantini, «la Fondazione si impegna a fare da "collante" per un "patto di alleanza" tra le diverse agenzie educative, famiglia, scuola, associazione e territorio affinché le parrocchie possano dotarsi di luoghi accoglienti, dove a primeggiare non sia soltanto l'aspetto strutturale, ma soprattutto quello progettuale». Come? «Innanzitutto facendo sì che i singoli Progetti possano accedere facilmente ai finanziamenti attraverso il nostro partner e socio, l'Ics (Istituto per il Credito Sportivo).
E poi mettendo a disposizione delle parrocchie Scuole di formazione permanente per preparare educatori e personale che sappiano gestire le strutture, nel contatto con i ragazzi, con i loro genitori e con quanti vorranno sentirsi parte di questo progetto. In Italia mancano almeno altri 50.000 nuovi educatori».
Occorre, conclude Costantini, «una nuova generazione di luoghi educativi, in cui si ricostruisca quel tessuto sociale che rimetta insieme la comunità delle persone e fortifichi i legami tra i cittadini. Soprattutto mancano luoghi educativi capaci di essere "competitivi" con i tanti mercanti e venditori di illusioni che riempiono i nostri territori».
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