Istituire immediatamente la commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e mettere i traffici delle ecomafie all'ordine del giorno come suo obiettivo prioritario. Sono le richieste di Legambiente alla luce delle recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ex affiliato alla ndrangheta, che rilanciano l'annosa questione delle navi dei veleni e dello smaltimento illecito di rifiuti tossico-nocivi. "Le rivelazioni del pentito - dichiara Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente - evidenziano il peso del traffico di rifiuti negli affari della criminalità organizzata, di cui sarebbe diventato il primo business, superiore addirittura al traffico di sostanze stupefacenti. Egli si diffonde, inoltre, sulla pratica dell'affondamento di navi dei veleni, cariche di rifiuti tossico nocivi e radioattivi, quantificando in "alcune decine" gli affondamenti sospetti. Legambiente che, per prima, alla fine degli anni 80 sollevò la questione del legame tra la criminalità organizzata e la pratica dello smaltimento illecito dei rifiuti con il sistema dell'affondamento delle navi chiede che sulla base di queste nuove dichiarazioni si proceda a un puntuale monitoraggio ambientale nelle aree interessate dagli affondamenti e al rilancio delle indagini sui traffici dei rifiuti e l'affondamento di navi sospette".
"Chiediamo inoltre - aggiunge Venneri -, l'istituzione immediata della commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che deve mettere all'ordine del giorno come obiettivo prioritario i traffici delle ecomafie".
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