Anche in tempi di crisi la voglia di biologico non accenna a diminuire. Anzi, a giudicare dalla quantità di persone che hanno affollato 50 piazze della Biodomenica 2008, la campagna promossa dall'Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Legambiente e Coldiretti, per portare la bontà dei cibi biologici nelle città italiane. A Roma, Firenze, Napoli, Milano, Palermo, Bari, Padova, Potenza, Isernia, Cagliari, Piacenza, Genova, Torino e in tante altre città, migliaia di produttori biologici hanno incontrato i consumatori appassionati di alimentazione naturale, attirati dalla possibilità di comprare direttamente dai produttori ogni tipo di cibo biologico, dalla verdura fresca, al miele, alle confetture, al pane. Allo stesso tempo, i visitatori hanno potuto assistere e partecipare in molte piazze a eventi culturali, come spettacoli, laboratori, concerti e giochi per bambini. Quest'anno, il tema centrale della Biodomenica, giunta alla nona edizione, è la lotta ai cambiamenti climatici, di cui le attività umane rappresentano una delle principali cause, a cui l'agricoltura biologica può dare un contributo benefico.
Secondo Andrea Ferrante, Presidente dell'Aiab: "Il Successo della Biodomenica conferma che i consumatori non rinunciano al bio, nonostante la difficile congiuntura economica che stiamo vivendo. Questo significa che il cibo biologico è ritenuto un bene essenziale da un numero sempre più crescente di consumatori italiani, allettati dal fatto che ormai la forbice di prezzo tra i prodotti convenzionali e quelli biologici si è notevolmente ridotta, soprattutto nel caso dell'acquisto tramite vendita diretta. Anche per questo - continua Ferrante - sarebbe un peccato che la fiducia conquistata nei consumatori italiani venisse indebolita da un mercato che permette la contaminazione accidentale da Ogm fino allo 0,9 per cento dei prodotti bio, come previsto dal regolamento europeo che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2009. per questo chiediamo ancora una volta al ministro dell'Agricoltura un impegno in questo senso, per rispettare la passione degli italiani per il biologico".
"Siamo impegnati nell'apertura di decine di mercati degli agricoltori per dare anche la possibilità agli 8 italiani su 10 che lo desiderano, secondo un sondaggio Swg, di acquistare prodotti biologici al giusto prezzo - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - nel sottolineare che con la
leadership conquistata in Europa nella produzione biologica,
l'agricoltura italiana può offrire ai consumatori l'opportunità in piu' di una offerta locale che non deve percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti prima di raggiungere le tavole. Un valore aggiunto che - ha precisato Marini - occorre sostenere con l'introduzione al più presto del marchio del biologico italiano per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli in attuazione del nuovo regolamento comunitario". "Le piazze italiane insieme alle bellezze artistiche e architettoniche oggi hanno offerto ai cittadini anche i sapori e i colori della nostra migliore qualità agricola - ha dichiarato la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni -. La partecipazione alla Biodomenica 2008 conferma quanto sia diffuso ormai l'interesse dei consumatori per i cibi prodotti con metodi meno impattanti, buoni per la salute delle persone e pure per gli equilibri naturali. L'agricoltura biologica infatti risulta altamente significativa nell'ottica della mitigazione del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni di gas di serra, la promozione di tecniche agronomiche a basso impatto energetico e di minor consumo idrico, la gestione diversificata delle colture più strettamente legate alle caratteristiche del territorio di produzione".
PREZZI: IN CONTROTENDENZA CRESCONO CONSUMI BIOLOGICO (+6 %)
Nel 2008 crescono in controtendenza rispetto al comparto alimentare i consumi di prodotti biologici che fanno registrare un aumento del 6 per cento e a trainare la crescita del bio ci sono i prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati (+18,4 per cento), i prodotti per l'infanzia (+17,6 per cento) e i lattiero-caseari (+5,7 per cento) nel primo semestre che sono stati piu' recentemente oggetto di scandali alimentari. E' quanto è emerso nel corso della Biodomenica organizzata da Coldiretti, Aiab e Legambiente a conferma della crescente attezione alla qualità e sicurezza ambientale ed alimentare dei cibi con il ripetersi di frodi e sofisticazioni, dal latte alla melamina ai formaggi.
Non crescono solo gli acquisti familiari nei punti vendita tradizionali ma anche quelli effettuati direttamente dal produttore che registrano un aumento del 17 per cento del numero di aziende agricole e agriturismi bio con vendita diretta nel 2008 (+92 per cento tra 2003 e 2008) per un totale di circa 1900 operatori secondo l'anteprima dati BioBank che peraltro evidenzia per lo stesso anno un aumento del 16 per cento delle mense scolastiche bio e del 6 per cento dei pasti bio serviti giornalmente per un totale di 983.000.
Il consumo di prodotti biologici, dopo una fase di avvio particolarmente ristretta e di nicchia, sta conquistando una quota sempre più consistente nella spesa alimentare nelle aree economiche più avanzate del mondo. All'inizio degli anni 2000 il mercato dell'Unione Europea e degli USA era stimato in circa 15.000 milioni di euro. Attualmente il principale mercato di prodotti biologici in Europa è la Germania, anche se il trend relativo agli ultimi 5 anni indica la Gran Bretagna come il mercato più dinamico, destinato a diventare il principale mercato di prodotti biologici.
L'Italia è il primo paese in Europa per superfici e numero di operatori impegnati nell'agricoltura biologica con 50.276 operatori che producono, preparano e commercializzano i prodotti biologici (con un leggero calo rispetto all'anno precedente dell'1,5 per cento), mentre le superfici coltivate su cui viene praticata l'agricoltura biologica registrano un leggero aumento (+0,2 per cento rispetto all'anno precedente) raggiungendo quota 1.150.253 ettari, circa l'8 per cento del totale della Superficie agricola utilizzata a livello nazionale, al primo gennaio 2008.
AMBIENTE: BIODOMENICA, RICERCHE CONFERMANO BIOLOGICO SALVA CLIMA
L'agricoltura biologica contribuisce a "salvare" il clima dai cambiamenti provocati dai comportamenti dell'uomo. E' quanto è emerso nel corso della Biodomenica, organizzata da Coldiretti, Aiab e Legambiente, dove sono state presentati i risultati di alcune recenti ricerche che confermano il ruolo positivo del consumo e della produzione di alimenti biologici nel contrastare i cambiamenti climatici.
Maggiore adattamento ai cambiamenti climatici. L'incremento della sostanza organica è il caposaldo del metodo di agricoltura biologica e, da una ricerca condotta dal Fibl (autorevole istituto internazionale di ricerca sull'agricoltura biologica) nel 2008, che ha come titolo proprio la domanda "l'azienda biologica ha un maggiore potenziale d'adattamento ai cambiamenti climatici?", emerge che è proprio la fertilità organica la chiave d'adattamento al cambiamento, per i diversi ruoli che essa svolge nel suolo.
Maggiore assorbimento di Carbonio nel terreno. Un lavoro fatto negli Usa da ricercatori dell'Usda (Dipartimento d'agricoltura degli Stati Uniti), del Rodale Institute e della Cornell University, tra i quali Pimentel e Nichols, conclude come il biologico contribuisca all'accumulo di carbonio nel terreno - evitando così la liberazione in aria di Anidride carbonica - e a un minore consumo di energia. Un campo coltivato ad agricoltura convenzionale, con mais e soia in rotazione e con utilizzo di fertilizzanti chimici ed erbicidi, trattiene 217 chili di carbonio per ettaro all'anno. Un terreno biologico con allevamento, coltivato a frumento, mais, medica da foraggio e soia, e che usa il compost prima del mais, trattiene in media 1218 chili di carbonio per ettaro all'anno. Il beneficio per il clima di quest'ultimo, dunque, è quasi sei volta superiore all'agricoltura convenzionale.
Minor consumo energetico. Rispetto al consumo energetico, poi, il confronto tra sistema convenzionale e biologico, entrambi lavorati o non lavorati, fa emergere come l'applicazione del metodo bio influenzi positivamente il consumo energetico più di quanto riesca a fare la non lavorazione. Infatti, coltivare un campo dedicato all'agricoltura convenzionale, senza lavorare il terreno, fa risparmiare appena il 21,1 % dell'energia emessa (misurata in millicalorie all'ettaro). Dal punto di vista del bilancio energetico conviene lavorarlo a biologico: in questo caso si risparmia il 48,7 %, che arriva al 67,3 % nel caso in cui si semini senza lavorazione del terreno un campo bio.
Meno gas serra. Interessante anche uno studio realizzato in Austria da Freyer e Weik, dell'Università di Vienna - Boku, su come i differenti sistemi agricoli influenzano l'emissione di gas serra. Considerando che in media un uomo che si nutre con cibo da agricoltura convenzionale, consuma 644 chili all'anno di prodotti freschi, si calcola che comporti l'emissione di 1230 chili di CO2 equivalente annui. Gli basta passare al bio per risparmiare il 30% di emissioni. E questo senza calcolare l'ulteriore riduzione di emissioni che comporta un'alimentazione basata sulla filiera corta e sulla stagionalità dei prodotti.