ROMA - Non si respira un clima positivo a Tor Bella Monaca. A denunciarlo è Rocco Mangiavillano, educatore del Cis (Centro per l'Integrazione sociale) di Capodarco Roma, un Centro che lavora da diversi anni nel quartiere e che all'interno della propria struttura ospita il sesto Centro territoriale per l'educazione degli adulti e un Servizio di accoglienza e di mediazione per giovani e famiglie italiane e straniere. "In questo periodo - spiega l'operatore del Cis - il nostro lavoro soffre moltissimo perché la campagna mediatica sul tema della sicurezza ha reso più debole il nostro intervento".

Il quartiere infatti risente ancora di una campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Roma molto violenta. Tor Bella Monaca - racconta - era tappezzata di manifesti firmati Forza Nuova con le scritte ?Senza extracomunitari si può fare'. E questi manifesti comparivano ovunque e soprattutto vicino al centro commerciale Le Torri, dove è situato il Municipio, e dove ieri è stato aggredito Tong Hong-She, cittadino cinese di 36 anni. "Il fatto è avvenuto in Via Duilio Cambellotti, proprio nel centro del quartiere" precisa Mangiavillano. "Le persone più insicure sono le persone più deboli e soprattutto gli stranieri" - prosegue. E il lavoro del Cis risente immediatamente di quanto avviene intorno e soprattutto dell'atteggiamento dei media. "Tutte le volte che sui giornali viene pubblicato qualcosa che ha a che fare con le comunità, i loro ragazzi non vengono a scuola", riferisce l'operatore del Cis, che attraverso il Centro per l'educazione degli adulti gestisce corsi per il conseguimento della licenza media e corsi di italiano per stranieri. "Questo accade per i rom, ma anche per i cinesi e le donne del Maghreb. Quindi sono proprio gli stranieri a sentirsi più insicuri e ad avere paura di quello che gli può succedergli per strada. E questa insicurezza si traduce in solitudine, perché non si sentono sicure a uscire fuori".

Intanto i primissimi effetti già si sono fatti sentire: "Quest'anno abbiamo tre ragazze cinesi che hanno fatto l'iscrizione alla scuola di italiano per stranieri e questa mattina nessuna delle tre è venuta a scuola - conclude.- È questo che che ci devasta: il fatto che dobbiamo ricominciare tutto da caso. Siamo veramente in frontiera. Stiamo attendendo sviluppi e nei prossimi giorni intendiamo capire se i bambini stranieri e cinesi in particolare stanno frequentando le scuole. Il quartiere nei suoi luoghi istituzionali è in allarme e soprattutto la scuola", che più di ogni altro "cerca di lavorare per la normalità". (ap)

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