Ottobre mese di congressi per gli italiani in America Latina. In meno di 10 giorni, dal 3 all'11 ottobre, si riuniranno infatti le assemblee congressuali delle Acli in Argentina, Brasile ed Uruguay, per eleggere i nuovi rappresentanti e rilanciare l'impegno associativo.

«La stagione congressuale è occasione per tutte le Acli, ovunque nel mondo, per interrogare l'efficacia della propria azione di cristiani impegnati e rilanciare la propria iniziativa e la propria vocazione all'internazionalità». E' quanto afferma Michele Consiglio, vicepresidente nazionale delle Acli e responsabile della Rete mondiale aclista, che domani partirà appositamente dall'Italia con una delegazione che vedrà nei prossimi giorni in America Latina anche il presidente nazionale Andrea Olivero - nonché presidente della Federazione Acli Internazionali (Fai) - e il presidente dell'Enaip Maurizio Drezzadore. In partenza dall'Italia anche Francesco Martinelli per il Patronato Acli e Giacomo Morandini per l'Ipsia, la ong promossa dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.

Il primo appuntamento è a Montevideo, per il Congresso delle Acli uruguayane, venerdì 3 ottobre. Il giorno prima sarà preceduto da un seminario sulla cooperazione italo-uruguayana in campo sociale, formativo e accademico. Il secondo appuntamento congressuale è a San Paolo, in Brasile, lunedì 6 ottobre. Infine il congresso delle Acli argentine, a Buenos Aires, sabato 11 ottobre.

Illustra gli obiettivi della nuova stagione per le Acli in America Latina Michele Consiglio:«Ridefinire la nostra mission in relazione alle nuove domande sociali emergenti e al cambiamento intercorso nella composizione delle comunità italiane all'estero. Qualificare la nostra presenza come soggetto educativo, di tutela e promozione dei diritti. Rafforzare le reti sociali e istituzionali per promuovere lo sviluppo locale in ogni Paese. Rigenerare il tessuto associativo a partire dai gruppi dirigenti».

«Dobbiamo sviluppare un associazionismo di promozione sociale - conclude Consiglio - non più soltanto espressione di italiani e migranti, ma di cittadini del mondo, tessendo reti per globalizzare la solidarietà».

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