Il Senato degli Stati Uniti ha approvato, con un voto che ha visto largamente concordi repubblicani e democratici (85 si' e 12 no) un piano energetico ispirato a quello proposto, quattro anni or sono, dall'Amministrazione del presidente George W. Bush. Il voto del Senato segue quello della Camera che, alcune settimane or sono, aveva gia' approvato una sua versione del piano energetico. I due testi sono, pero', nettamente diversi e non e' affatto sicuro che possano essere armonizzati in un'unica versione da sottoporre alla firma del presidente, che vuole promulgare il piano entro l'estate. Il confronto tra le delegazioni della Camera e del Senato, che dovranno cercare di armonizzare i due testi, s'annuncia difficile. Il testo della Camera e' piu' vicino all'originale: costa meno di quello del Senato (otto miliardi di dollari contro 16) ed e', in generale, meno attento ai problemi dell'ambiente e piu' favorevole all'industria energetica. Il piano del Senato e' piu' attento ai problemi ambientali e lascia deliberatamente da parte alcune questioni contestate: a esempio, non da' l'ok alle trivellazioni oltre il Circolo polare artico, nei santuari naturali dell'Alaska, che sono una priorita' per la Casa Bianca. I senatori stanziano, fra l'altro, 18 miliardi di dollari di sgravi fiscali per il settore energetico e puntano a incrementare l'uso dell'etanolo come alternativa ad altri carburanti. Vita, 28 giugno 2005

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