Il 51 per cento degli italiani ritiene che il Governo italiano faccia troppo poco per migliorare la salute nei paesi in via di sviluppo, condizione che l'83 per cento considera necessaria per ridurre la povertà. Per l'82 per cento si potrebbero ottenere migliori risultati se l'Italia coordinasse i propri interventi con gli altri paesi dell'Unione Europea.
Sono i risultati del sondaggio condotto dalla rete Azione per la salute globale oltre che in Italia anche in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna, in occasione del Vertice ONU sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG, Millennium Development Goals) che si apre lunedì prossimo a New York.
I governi riuniti a New York discuteranno di cosa fare per raggiungeregli 8 Obiettivi di sviluppo del Millennio entro il 2015, traguardo ancora lontanissimo. Gli MDG, stabiliti dall'Onu nel 2000, costituiscono il più importante accordo quadro per lo sviluppo definito a livello mondiale. Tre MDG riguardano la salute: MDG 4, ridurre la mortalità infantile; MDG 5, ridurre la mortalità materna; MDG 6, fermare e ridurre le pandemie di HIV/AIDS, tubercolosi, malaria e altre malattie infettive.
Il sondaggio, realizzato da TNS opinion su un campione di 5.000 persone, rivela che nei 5 paesi presi in esame quasi il 40 per cento degli intervistati ritiene gli investimenti per la salute nel Sud del mondo da parte del proprio governo insufficienti, percentuale che sale al 53 per cento tra i giovani tra i 18 e i 24 anni. L'86 per cento ritiene che il miglioramento della salute nei paesi in via di sviluppo debba essere un obiettivo prioritario delle politiche di cooperazione dell'Unione Europea, e il 79 per cento considera gli interventi più efficaci se realizzati in maniera coordinata dall'UE, anziché dai singoli governi attraverso accordi bilaterali. In tutti i paesi, gli intervistati sovrastimano l'aiuto pubblico allo sviluppo erogato dal proprio governo.
L'Italia si conferma il fanalino di coda tra i 5 paesi europei , riservando alla cooperazione allo sviluppo solo lo 0,19 % del PIL nel 2007, a fronte dello 0,41% della Spagna, lo 0,39% della Francia, lo 0,36% della Gran Bretagna e lo 0,37% della Germania.
"Aumentare le risorse per la salute e coordinare meglio gli interventi è una priorità ben nota ai governi che partecipano al Vertice", afferma Uber Alberti, presidente di CESTAS, partner italiano della rete Azione per la salute globale insieme ad AIDOS. "È imperdonabile che, a soli 7 anni dalla scadenza degli MDG, troppi grandi attori europei restino ancorati a politiche bilaterali obsolete e deboli, che finiscono per diluire sia la qualità che la quantità degli aiuti erogati".
"L'Obiettivo 5, la riduzione della mortalità materna, è quello su cui non si registra alcun progresso, nemmeno piccolo: 536 mila donne continuano a perdere la vita ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto mentre gli investimenti per la salute materna continuano a diminuire", denuncia Daniela Colombo, presidente di AIDOS. "Il 4 settembre il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione sulla mortalità materna che tra l'altro chiede che i Governi non riducano ulteriormente, ma anzi incrementino i finanziamenti per la salute sessuale e riproduttiva, che deve diventare una priorità nell'ambito dei servizi sanitari di base".
Il Vertice ONU si chiuderà il 26 settembre. Azione per la salute globale invita il governo italiano a mantenere fede agli impegni assunti, andando oltre le dichiarazioni di principio e rivedendo i tagli al bilancio della cooperazione allo sviluppo annunciati nella prossima Finanziaria.
Azione per la Salute Globale:
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