Un provvedimento sbagliato che esporrebbe senz'altro l'Italia a nuove procedure d'infrazione da parte di Bruxelles, se venisse confermato. Antonino Morabito, responsabile fauna di Legambiente, giudica così la bozza di decreto predisposto dal ministero dell'Ambiente per rendere meno restrittiva l'attività venatoria nelle zone a protezione speciale e nei siti di importanza comunitaria.
"E' grave - dice Morabito - la deroga di un anno all'entrata in vigore dell'obbligo dei pallini d'acciaio in sostituzione di quelli in piombo. Non esistono motivi per rimandare lo stop assoluto al piombo a partire da questa stagione sancito dall'accordo AEWA, che l'Italia ha ratificato due anni fa. I fenomeni di avvelenamento causati da questo metallo pesante sia sugli animali sia sui consumatori sono tristemente noti: il saturnismo colpisce il sistema nervoso centrale. Arretrare su questo fronte rispetto agli accordi internazionali sottoscritti sarebbe un errore pesante". Discutibile, inoltre, sul fronte procedurale, l'invalidazione di un accordo internazionale tramite decreto ministeriale e la modifica di un provvedimento che è stato condiviso dalle autonomie regionali che nel frattempo hanno approvato provvedimenti legislativi che ne recepiscono i contenuti.
Altrettanto immotivato secondo Legambiente il reinserimento della pernice bianca, del combattente e della moretta tra le specie per le quali a discrezioni delle Regioni potrebbe essere autorizzata la caccia nelle zps. "Non si capisce - aggiunge Morabito - perché proprio nelle aree dedicate alla protezione degli uccelli si debba autorizzare la caccia di specie a rischio. Questa modifica somiglia molto a un contentino agli ultrà della caccia, che non vogliono regole e ignorano le necessità di conservazione della natura".
L'unica modifica al decreto di ottobre 2007 prevista dal nuovo schema condivisa da Legambiente è l'autorizzazione per i titolari di appostamenti fissi di accedere a queste aree con mezzi motorizzati.
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