di Francesca Mineo L'associazione umanitaria Amici dei Bambini, che dal 1986 lotta a difesa dell'infanzia abbandonata, ha il piacere di annunciare l'adozione, da parte di CartaSi, del progetto "Una mano per la vita", rivolto a adolescenti ospitati in un istituto della Bolivia che, persa la speranza di vivere e crescere in una famiglia, hanno bisogno di imparare a essere indipendenti e a ricominciare a vivere. Il progetto è finalizzato ad accompagnarli per mano nella vita sociale e lavorativa, al posto dei genitori che non hanno mai avuto: vivere in istituto significa rescindere qualsiasi legame con il mondo esterno, così che anche i gesti più comuni - prendere un autobus, prepararsi da mangiare, comprendere il valore dell'istruzione, del lavoro, del denaro, relazionarsi gli altri - diventano difficoltà tanto sconosciute quanto insormontabili se affrontate da soli. CartaSi, con "Una mano per la vita", garantisce il completo sostegno all'Istituto "Diez de Noviembre" di Potosì e l'adozione del progetto di vita delle 25 adolescenti boliviane che sono lì ospitate. "Si tratta di un progetto fondamentale e innovativo in quanto per la prima volta i beneficiari sono ragazzi che stanno vivendo una condizione di limbo - spiega Marco Griffini, presidente dei Amici dei Bambini - Il sostegno di CartaSi è particolarmente prezioso perché ci consente di restituire alla vita ragazzi che hanno perso la speranza di diventare figli". Negli istituti del dipartimento di Potosì sono attualmente accolti 347 minori dai 13 ai 18 anni: vi sono ospitati sin da piccoli e nella maggior parte dei casi i legami con le loro famiglie di origine sono completamente spezzati; quando dovranno uscire dall'istituto non avranno nemmeno una casa in cui tornare a vivere. Bambini abbandonati diventati adolescenti, per i quali anche la possibilità di una adozione si affievolisce nel tempo. L'intervento Amici dei Bambini si articolerà su tre livelli, al fine di consentire alle giovani di riconquistare e rafforzare l'autostima, conoscere modelli positivi di famiglia e rendersi autonome una volta raggiunta la maggiore età. Il progetto prevede infatti la realizzazione di numerose attività tra cui l'accompagnamento psico-sociale delle giovani, l'orientamento e la formazione professionale nonché la creazione di gruppi di appartamenti, coordinati da educatori, per preparare le ragazze a una vita autonoma; è prevista inoltre l'attuazione di programmi di microcredito e la realizzazione di piccole e medie imprese per favorire l'inserimento lavorativo.

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