Destano forte preoccupazione le misure previste nel Disegno di Legge sulla Prostituzione, che potrebbero avere degli effetti negativi sulla possibilità di garantire adeguata tutela e assistenza ai minori stranieri, con particolare riferimento a quelli coinvolti nella prostituzione, tra i quali vi sono anche vittime di tratta e sfruttamento.
E' quanto rileva Save the Children a seguito dell'approvazione ieri da parte del Consiglio dei Ministri del Ddl recante misure contro la prostituzione. L'organizzazione internazionale a tutela e difesa dei diritti dell'infanzia, aveva anticipato le proprie osservazioni e timori con una Lettera inviata al Presidente Silvio Berlusconi e all'intero Consiglio dei Ministri.
In particolare Save the Children appunta l'attenzione sull'art.3 del Disegno di Legge, che prevede l'emanazione di procedure accelerate e semplificate per l'adozione del provvedimento di rimpatrio assistito del minore che abbia esercitato la prostituzione, al fine di favorirne il reinserimento presso le famiglie d'origine o, in mancanza, presso le apposite strutture presenti nel paese d'origine.
L'organizzazione sottolinea come il rimpatrio assistito di un minore debba avvenire solo se tale provvedimento corrisponde al suo superiore interesse e una volta fatte alcune valutazioni fondamentali: per esempio sul rischio di persecuzioni, violenze, abusi che il ragazzo/a potrebbe correre in caso di rimpatrio in una nazione afflitta da guerre; sulla situazione sociale del paese di origine; sull'effettiva possibilità, disponibilità e capacità dei genitori o di eventuali parenti affidatari, ad accogliere e riprendere il minore e sulla loro estraneità da comportamenti pregiudizievoli nei confronti del ragazzo o ragazza, quali l'aver commesso abusi, abbandono, sfruttamento, il grado di inserimento del minore in Italia. Nel determinare il suo superiore interesse, il minore deve essere ascoltato e la sua opinione deve essere tenuta in dovuta considerazione.
Inoltre lo Stato italiano ha l'obbligo di assicurare piena protezione a tutti i minori, compresi quelli coinvolti in attività di prostituzione, o vittime di sfruttamento, tratta, riduzione in schiavitù. Nei confronti di questi minori, la valutazione dei rischi di persecuzioni e vendette, di stigmatizzazione ed esclusione sociale che il minore e anche i suoi familiari potrebbero correre, nonché della situazione socio-economica nel paese di origine, richiede un'attenzione particolare e deve essere effettuata volta per volta, su base individuale. Ne consegue che la misura del rimpatrio assistito può essere presa solo dopo un'attentissima valutazione, caso per caso.
La previsione quindi, nel Disegno di Legge appena licenziato dal Consiglio dei Ministri di specifiche misure addirittura accelerate e semplificate per il rimpatrio assistito di minori stranieri non accompagnati che siano stati coinvolti in attività di prostituzione, è molto preoccupante e appare in contrasto con l'obbligo di tutela e promozione dei diritti dei minori, introducendo un criterio di discriminazione nei confronti di un gruppo di minori e in contrasto con l'individuazione e la considerazione preminente del loro superiore interesse.
Save the Children auspica e chiede quindi che nel corso dell'iter parlamentare dello schema di disegno di Legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri, sia stralciato il secondo comma dell'articolo 3, in modo che resti applicabile la normativa in materia di rimpatrio assistito prevista per tutti i minori migranti presenti sul territorio italiano, compresi quelli coinvolti in attività di prostituzione.
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