11/09/2008 - La Guerra in Georgia delle ultime settimane ha causato una terribile crisi umanitaria nella regione. Nelle città di Tbilisi e Kutaisi, sono presenti due Villaggi SOS (con 136 bambini) e quattro Case del Giovane SOS (che 31 ragazzi). In entrambe le strutture, SOS Villaggi dei Bambini Georgia ha organizzato programmi di sostegno familiare, con oltre 339 famiglie che vengono aiutate con servizi psicologici ed assistenze materiali. Inoltre presso l'Asilo SOS a Tbilisi sono stati attivati programmi di supporto per bambini con famiglie problematiche, per sostenerli nell'istruzione scolastica. In questa intervista, il direttore dei Villaggi SOS in Georgia racconta la sua esperienza nel conflitto.
- Lei è stato nei luoghi che sono rimasti coinvolti nella Guerra?
"Quando la guerra è iniziata stavo guidando per tornare a Tbilisi ed ho assistito ad un bombardamento nei pressi di Gori, a poche centinaia di metri di distanza dalla strada in cui transitavo. Sono rimasto sconvolto. Mentre passavo dalla città ho notato almeno una decina di case distrutte dagli attacchi aerei. Come è stato poi rivelato in seguito, molti civili sono morti durante questi attacchi. Ho potuto vedere con i miei occhi i palazzi in macerie e le persone spaventate per le strade. I danni materiali della guerra in Georgia si aggirano sui 4 bilioni di dollari, cifra che influenzerà pesantemente la già problematica economia dello stato. La crisi ecologica si aggiunge alla conseguenze drammatiche, con più di 900 ettari di foresta bruciati a causa dei bombardamenti sul parco nazionale di Borjomi.
- Quale è la situazione attuale dei rifugiati?
Da come è stato riportato dai media, si calcolano circa 120.000 persone evacuate dall'inizio della guerra. La maggior parte di questi hanno trovato riparo nella capitale di Tbilisi, presso le scuole pubbliche e gli asili. All'inizio mancavano le provviste e gli articoli di prima necessità, ma fortunatamente la popolazione e gli aiuti internazionali hanno provveduto al supporto immediato per i rifugiati, distribuendo cibo e sostegno. Ci sono due campi principali di sfollati, uno a Tbilisi e un altro a Gori. Fino ad oggi circa 15.000 persone hanno potuto tornare ai loro villaggi, ma a causa delle abitazioni distrutte molti hanno dovuto trovare rifugio in strutture di emergenza oppure a casa di parenti ed amici. Tutti gli sfollati stanno ricevendo aiuti umanitari dalle autorità governative ed internazionali, dalle organizzazioni non governative e dalle comunità locali. - Com'è la situazione dei bambini rimasti nelle aree colpite dalla guerra? La situazione dei piccoli che sono rimasti coinvolti dal conflitto è decisamente problematica e tutti hanno subito forti traumi psicologici. Alcuni di loro hanno perso uno o più genitori, amici o parenti. Alcuni sono stati feriti, hanno dovuto subire interventi chirurgici e molti hanno bisogno di ricevere cure mediche continue. Sono tante le organizzazioni che stanno lavorando con questi bambini, per offrire sostegno psicologico e sociale. Le piccole vittime della guerra in Georgia dovranno essere seguite a lungo, per aiutarle a superare le esperienze traumatiche e tornare ad una vita serena.
- Può descriverci il ruolo del progetto "playbus"?
Nel 2004 SOS Villaggi dei Bambini Georgia ha lanciato il cosiddetto "Progetto Playbus", una specie di centro di sostegno sociale su ruote. Lo staff che segue il progetto offre attività ricreative ai bambini girando per le strade ed i parchi di Tbilisi: attraverso vari giochi di gruppo i piccoli possono imparare temi importanti, come i diritti dei bambini, e allo stesso tempo si cerca di fare interagire anche i genitori e gli adulti della città. Durante il conflitto, quando molte persone sono state accolte negli asili e nelle scuole, SOS Villaggi dei Bambini Georgia ha offerto un supporto immediato alle famiglie rifugiate, offrendo riparo, provviste, articoli sanitari, vestiti e beni di prima necessità. Abbiamo anche assistito le persone nel processo di registrazione presso il Ministero dei Rifugiati e Sfollati. Possiamo affermare che la situazione è relativamente migliorata nell'ultimo periodo: le azioni militari si sono fermate, ma le truppe Russe rimangono ancora a controllare parti del paese e moltissime persone sono rimaste senza una casa.