"Salvate le nostre produzioni enologiche, sono il simbolo del miglior Made in Italy". E' l'appello che il vicepresidente nazionale di Legambiente, Sebastiano Venneri, ha rivolto in una lettera agli assessori regionali all'agricoltura, perché si attivino presso l'Unione Europea ed il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali affinché venga modificato il nuovo sistema di classificazione dei vini messo a punto dall'Unione Europea.
L'associazione ambientalista rilancia così l'allarme del Presidente di Città del Vino, Valentino Valentini, che ha sottolineato come il nuovo il regolamento rischi di mettere in ginocchio l'intero comparto vitivinicolo Italiano.
Secondo Città del Vino, infatti, il nuovo sistema di classificazione, eliminando DOC, DOCG ed IGT e accorpandole solo sotto le denominazioni DOP ed IGP, potrebbe dimezzare, in un solo colpo, quasi metà delle attuali 470 denominazioni di qualità italiane, compromettendo uno dei settori di maggiore traino dell'agroalimentare con numeri da primato. Basti pensare, ricorda Legambiente, che nel comparto italiano ci sono un milione di addetti e che il 40 % di tutti i lavoratori vitivinicoli europei sono italiani, per non parlare dei 700.000 ettari coltivati a vite e dei circa 50 milioni di ettolitri di vino prodotti per un valore totale che sfiora i 9 miliardi di euro.
"Un enorme patrimonio culturale ed economico - prosegue Venneri - frutto di secoli di sperimentazioni e tradizioni che questo nuovo regolamento rischia di annientare". Il provvedimento che dovrebbe entrare in vigore a partire già dal 1 agosto 2009, imporrà ad un territorio una sola Dop o Igp, il che significa ad esempio che a Montalcino la Dop Brunello cancellerebbe la Doc Rosso di Montalcino, Sant'Antimo e Moscadello.
In Veneto, ad esempio, potrebbero scomparire il Bardolino Superiore, il Merlara, il Bianco di Custoza, il Recioto di Soave, il valdadige Terra dei Forti, il Soave Superiore ed il Vicenza, solo per citarne alcuni.Niente più sottozone o menzioni aggiuntive ma un'unica Dop, con il risultato, prendendo ad esempio il Chianti, della scomparsa del Chianti Rufina, Chianti Montespertoli, Chianti Colline Senesi, etc. "Un rimescolamento di territori e confini che interesserebbe la geografia enologica portando una grave perdita di identità che va assolutamente scongiurata - conclude il vicepresidente di Legambiente- . Per questo chiediamo un impegno forte da parte di tutte le istituzioni per far slittare l'entrata in vigore di questo provvedimento e fare modo ai nostri rappresentanti in sede europea di poter vagliare le alternative possibili".
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