New Delhi / Roma, 2 settembre 2008 - Medici Senza Frontiere (MSF) ha avviato un intervento di emergenza nelle regioni più colpite dalle inondazioni nello stato del Bihar, nell'India settentrionale al confine con il Nepal. Tre equipe di medici e paramedici inizieranno subito a fornire cure mediche alla popolazione colpita dalle inondazioni.
Inizialmente le equipe viaggeranno in diverse aree nella zona di Araria, il che permetterà loro di raggiungere rapidamente un numero massimo di persone. Procederanno inoltre alla distribuzione di generi di prima necessità - finora MSF ha inviato quattro camion con 15mila teli di plastica, 4mila coperte, 15mila contenitori per l'acqua e pastiglie al cloro da distribuire alle persone colpite dalle inondazioni. Il 28 agosto il primo ministro indiano ha dichiarato le inondazioni una "calamità nazionale" e ha lanciato un appello alle ONG internazionali. Le inondazioni sono il risultato della rottura degli argini del fiume Kosi in territorio nepalese il 20 agosto. La rottura degli argini ha costretto il fiume a prendere un nuovo percorso nella parte orientale del distretto di Supaul. Il governo stima che circa 5 milioni di persone sono state colpite dalle inondazioni e che circa un milione ha dovuto fuggire. "Non siamo di fronte alle normali inondazioni dei monsoni. Il problema è che il fiume Kosi ha cambiato il suo corso e gli abitanti dei villaggi e le autorità sono completamente impreparati di fronte a questo tipo di crisi. Non c'è stato nessuna preparazione alla gestione del disastro e le autorità hanno chiesto aiuto a MSF e ad altre organizzazioni per rispondere all'emergenza", dichiara Mari-Carmen Vinoles, capo missione di MSF a New Delhi.
A causa delle forti correnti che si formano nelle regioni inondate, il solo modo per portare in salvo le persone è con barche a motore. Ce ne sono pochissime disponibili e solo 200mila persone sono state evacuate finora. L'assenza di barche a motore ha reso inoltre molto difficile effettuare valutazioni della situazione via acqua, il che significa che ci sono pochissimi dati sul numero di persone che sono morte o che devono ancora essere soccorse. Alcune aree rimangono completamene tagliate fuori, e le testimonianze delle persone nei campi sfollati indicano che interi villaggi sono stati spazzati via dalle inondazioni che non avrebbero lasciato superstiti. In queste aree inizia inoltre a registrarsi una grave carenza di cibo, mentre le forti piogge degli ultimi giorni hanno reso gli sforzi ancora più difficili.
Le persone sfollate stanno trovano rifugi in campi temporanei, o all'aperto, lungo le rive dei fiumi e lungo le strade. La maggior parte delle persone non ha un rifugio adeguato, e poiché la priorità in questo momento è rappresentata dalle operazioni di ricerca e salvataggio, c'è pochissima organizzazione nei campi. Non c'è abbastanza acqua potabile nei campi, e le persone che vivono all'aperto bevono l'acqua del fiume, che non è adatta a essere consumata. Si stima che altre 400mila persone giungeranno nei campi nei prossimi giorni.
Il governo sta concentrando la sua azione nelle operazioni di ricerca e salvataggio, il che significa che c'è poca attenzione alle questioni sanitarie nei campi. Sebbene ci sia una presenza medica nella maggior parte dei campi, non è sufficiente a gestire il disastro su questa scala e c'è poco coordinamento. Finora, non ci sono state epidemie, ma a causa del sovraffollamento e della mancanza di organizzazione, epidemie potrebbero scoppiare rapidamente. MSF sta monitorando la situazione in questo senso.
I bisogni più immediati per la popolazione sono scorte di cibo, teli di plastica per costruire rifugi temporanei, pastiglie per la depurazione dell'acqua, utensili per cucinare, contenitori per l'acqua e kit d'igiene. È inoltre essenziale garantire l'assistenza medica e soluzioni per la reidratazione al fine di prevenire malattie tra la popolazione.
Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo, insignita nel 1999 del Premio Nobel per la Pace.
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