Eccellenza, é la sesta edizione di un congresso che nel passato ha voluto richiamare l'attenzione su una tematica molto delicata qual è quella delle minoranze etniche, soprattutto Rom e Sinti.
Quale sarà il messaggio?

«Il cammino che la mia Pastorale vuole portare avanti è iniziato nel 2003, quando a Budapest, abbiamo lanciato un appello ai governi affinché rispettassero la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali. In seguito sono stati illustrati gli strumenti giuridici che regolano la protezione delle minoranze ed è stata rilevata l'esigenza di un servizio centrale della Chiesa che promuova il dialogo con gli Organismi internazionali e nazionali affinche vengano eliminate le forme di discriminazione e violenza contro di loro.
Quest'anno ci poniamo un risultato sicuramente più ambizioso: "I giovani zingari, una risorsa per la comunità civile ed ecclesiale"». Andrete quindi alla ricerca di un dialogo con una fascia d'età tra le più difficili da coinvolgere? «Questo è un problema vero. Quindi ci daremo due "regole d'oro": saperli ascoltare e "Per loro, ma con loro"».

Ma chi è il giovane zingaro oggi?
«È una risorsa della Chiesa, però non deve essere considerato un oggetto, ma una persona dotata di una dignità. Loro vogliono vivere integrati nella società e inseriti in tutti i processi che riguardano la sua organizzazione e funzionalità. Mirano a raggiungere un buon livello di educazione culturale e godere di un lavoro redditizio».

E come la mettiamo con la delinquenza?
«Droga, accattonaggio, alcool, furti e scippi sono la conseguenza di una coercizione precedente o di trafficking. Forse, con maggiori strutture di sostegno istituzionali e meno discriminazioni, le cose potrebbero cambiare».

Cosa fare per una maggior integrazione?
«Responsabilizzare i governi affinché garantiscano i diritti di piena partecipazione alle società e facilitino l'acquisizione della nazionalità. Poi garantire e vigilare l'istruzione che permetterà loro di vivere in una società basata su principi di giustizia, ugualianza e fraternità e, infine, garantire un lavoro, un alloggio dignitoso e l'accesso alle cure mediche».

E come pensate di insegnar loro la Dottrina della Chiesa?
«Emarginati, relegati ai margini dell'umanità, umiliati nella propria dignità, gli zingari hanno bisogno di una Chiesa viva capace di formare e aiutare a superare le difficoltà che la grande politica non riesce a superare».

Che si aspetta di ottenere alla fine del congresso?
«Creare un maggior numero di centri, anche ecclesiali, con possibilità di svago, studio e preparazione professionale, promuovere attività di interscambio culturale tra i giovani zingari e gli altri ragazzi e che la Caritas stanzi microcrediti per le famiglie e le comunità che dimostrano maggiori capacità di saperli utilizzare a favore della propria etnia».

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