Le sorelle Ernestina e Erlinda Serrano Cruz, avevano rispettivamente tre e sette anni quando scomparvero il 2 giugno 1982. Secondo alcuni testimoni, furono sequestrate dall'esercito salvadoregno nella località di Chalatenango durante il conflitto armato interno (1980-1992). Le due bambine fanno parte degli oltre 700 minori scomparsi durante il conflitto. In questi anni, circa la metà sono stati localizzati in El Salvador e in altri paesi stranieri.

Nel 1993, poco dopo la fine del conflitto, la madre delle due bambine, María Victoria Cruz Franco, sporse denuncia presso il tribunale di prima istanza di Chalatenango sulla scomparsa delle figlie. Alla denuncia non seguì, tuttavia, alcun procedimento legale e il caso venne archiviato per ben due volte, la prima nel settembre 1993 e la seconda nel marzo 1998.

Nel febbraio 1999, la famiglia sottopose il caso alla Commissione interamericana dei diritti umani. Nel febbraio 2003 la Commissione chiese al Governo del Salvador di intraprendere un'indagine imparziale ed efficace per stabilire il luogo in cui si trovassero Ernestina e Erlinda Serrano Cruz e, qualora ritrovate, di fornire un'adeguata riparazione per il loro rapimento. Tuttavia lo Stato non mise in atto nessuna di queste raccomandazioni e, nel giugno 2003, la Commissione rinviò il caso alla Corte interamericana dei diritti umani. Il 1° marzo 2005, la Corte concluse che El Salvador, non avendo condotto nei tempi dovuti un'indagine efficace sulla scomparsa delle bambine, aveva violato i diritti umani di Ernestina e Erlinda Serrano Cruz e quelli della loro famiglia.

Il 25 giugno 2008, si è verificato un fatto che potrebbe aiutare il caso delle sorelle Serrano Cruz: Il generale Rafael Flores Lima è stato chiamato a testimoniare sulla loro scomparsa. È la prima volta che un ufficiale militare di alto grado viene convocato per fornire informazioni sulle violazioni dei diritti umani commessi durante il conflitto armato interno.

Il 5 ottobre 2008, inoltre, terminerà il mandato della attuale Commissione istituzionale sulla ricerca dei bambini e delle bambine scomparsi, e il presidente della Repubblica avrà l'occasione di riformarla così da mettere in atto le norme stabilite nella risoluzione della Corte Interamericana sui diritti umani.

Le serie violazioni dei diritti umani a Pavlovce nad Uhom non sono solo il risultato di errori umani individuali, ma di un più ampio fallimento nell'eliminare la discriminazione sia nel modello, sia nella realizzazione del sistema educativo slovacco.

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