Contro la decisione di aprire la caccia a marmotte e stambecchi in Alto Adige si mobilitano le associazioni ambientaliste. Inaccettabile la decisione della Provincia di Bolzano che ha previsto di aprire la caccia a queste specie protette.
WWF Italia, LAC e LAV danno appuntamento a tutti per un sit-in oggi, venerdi 29 agosto, alle ore 16 davanti al palazzo della Provincia a Bolzano a sostegno del ricorso al TAR contro questa decisione.
"Non è più accettabile - dicono gli ambientalisti - il comportamento illegittimo e irresponsabile della Provincia che ogni anno ripete lo stesso atto contrario alla legge che puntualmente dobbiamo impugnare al TAR. Seppure infatti riusciamo a bloccare gli abbattimenti, bisogna ricordare che tanti animali vengono uccisi prima della sospensione del TAR. hiediamo dunque un gesto di responsabilità alla Provincia con l'immediato ritiro della delibera per evitare che ricada sui cittadini il costo ambientale degli animali abbattuti e il costo economico dell'intervento legale."
Al danno diretto agli animali, infatti, si somma la spesa che la collettività deve sostenere per ribadire ogni anno la stessa verità, la fauna è patrimonio di noi tutti e la Provincia non può violare la legge nazionale per disporre l'abbattimento di animali protetti. Per questi motivi gli ambientalisti fanno appello a tutti perché si uniscano al sit-in di venerdi.
Dal primo settembre, anche quest'anno, in Alto Adige si apre la stagione dell'abbattimento delle marmotte, oltre 40 mila secondo il recente censimento della Provincia di Bolzano. Nel resto d'Italia la marmotta è una specie protetta, come sancisce una legge del 1992.
Le autorità venatorie locali, però, hanno rinnovato il decreto, con il quale si ordina la "selezione" di quasi duemila di questi piccoli roditori. Giorgio Carmignola, uno dei responsabili dell'Ufficio caccia altoatesino, dichiara: «Non si tratta di una vera e propria caccia, ma di una selezione resa necessaria dal fatto che le marmotte, scavando nei prati, creano danni ai pascoli la cui erba è necessaria per gli armenti delle mucche».
Una leggenda metropolitana dice che la loro aggressività sia dovuta anche al troppo ravvicinato contatto con l'uomo: nutrite a pezzi di pane e biscottini, le marmotte avrebbero smesso da tempo di fare il loro mestiere di roditori, e avrebbero di conseguenza incisivi lunghi e dannosi.
«Questo non è dimostrato - dice
Roberto Maistri, responsabile del Wwf per la provincia di Bolzano -, mentre è vero che tra qualche giorno sparare alle marmotte non sarà reato, il che fa dell'Alto Adige un posto davvero unico. È così da anni, le nostre proteste e i nostri ricorsi ci servono solo per la soddisfazione morale: quando il Tar ci dà ragione, gli animali sono già da mesi morti e imbalsamati, a fare da soprammobile nei salotti dei cacciatori...».
Non va dimenticata anche la questione degli stambecchi.
In provincia di Bolzano erano estinti, ma negli anni Ottanta c'è stato un ripopolamento. «Li hanno fatti arrivare da Valle d'Aosta e Piemonte. Potrebbero essere circa duemila, ma sono solo 700-800, perché ogni anno fanno una deroga ad una legge europea e ne fanno abbattere 80» conclude Maistri.