L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esorta le autorità maltesi a fornire assistenza medica e psicologica agli otto migranti africani salvati martedì scorso dopo che la loro barca si era capovolta nel Mar Mediterraneo. L'UNHCR chiede inoltre a Malta di ampliare le ricerche per le almeno settanta persone che risultano disperse e che si teme siano morte.

Ieri il responsabile dell'ufficio dell'UNHCR a Malta ha potuto parlare con due degli otto superstiti, tutti uomini ad eccezione di un ragazzo di appena quindici anni.
I due migranti hanno detto di essere partiti dalle coste della Libia giovedì 21 agosto insieme ad altre settanta persone. I settantotto passeggeri erano perlopiù di nazionalità somala, eritrea e sudanese.

Lunedì scorso l'imbarcazione si è capovolta a causa delle pessime condizioni del mare.
Otto persone sono riuscite ad aggrapparsi alla barca, ma gli altri passeggeri, tra cui quattro donne, tre delle quali erano incinte, sono stati trascinati via dalle onde e sono tuttora dispersi. Martedì notte gli unici superstiti di cui si ha notizia sono stati soccorsi da un peschereccio maltese, che li ha successivamente consegnati ad una motovedetta della marina maltese. Al momento gli otto migranti, incluso il ragazzo minorenne, sono trattenuti in centri di detenzione a Malta.

Il responsabile dell'ufficio dell'UNHCR a Malta ha trovato i superstiti in pessime condizioni fisiche e mentali a causa della terribile esperienza in alto mare e della successiva detenzione.

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ritiene che queste persone estremamente traumatizzate, tra le quali vi potrebbero essere rifugiati e richiedenti asilo, non debbano essere detenute ulteriormente. Dovrebbero, invece, essere liberate per poter poi usufruire di cure mediche e di un sostegno adeguato che comprenda l'assistenza psicologica.

L'UNHCR sollecita inoltre le autorità maltesi affinché proseguano le operazioni di ricerca dei dispersi.
Ad oggi tre corpi sono stati avvistati dalle forze armate maltesi. Se non saranno trovati altri superstiti, questo naufragio sarebbe uno dei più gravi mai avvenuti tra quelli che vedono coinvolte le persone che tentano di raggiungere l'Europa via mare partendo dall'Africa settentrionale.

Il vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati L. Craig Johnstone si è detto scosso dalla perdita di vite umane.
"Sono estremamente addolorato da questa tragedia", ha affermato dalla sede dell'agenzia a Ginevra. "Questa terribile perdita di vite umane rende ancora più evidente come vi sia bisogno di sforzi congiunti a livello internazionale per affrontare le cause profonde che spingono le persone a migrare ed offrire protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno".

I rifugiati costituiscono ormai una percentuale significativa tra coloro che arrivano irregolarmente via mare a Malta ed in Italia. Circa il 70 percento di coloro che sbarcano a Malta presentano domanda d'asilo, mentre in Italia il 35 percento di coloro che sono arrivati via mare nel 2007 hanno fatto domanda d'asilo ed il 22 percento del totale si è visto riconoscere una forma di protezione (status di rifugiato o protezione umanitaria).

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