La rappresentante dell'UNICEF in Georgia, Giovanna Barberis, ha ricordato che i centri di accoglienza in cui ora sono stati accolti i bambini sfollati non sono adatti per viverci. Non soddisfano i minimi standard igienico-sanitari e non sono costruzioni sicure. La maggior parte dei centri sono allestiti in edifici fatiscenti in cui mancano i servizi igienici, i vetri alle finestre, l'acqua corrente e spesso non dispongono di energia elettrica continua.

«I neonati che vivono in questi centri - ha detto Giovanna Barberis - hanno urgentemente bisogno di sostegno nutrizionale, mentre i bambini più grandi necessitano di alimenti ricchi di sostanze nutritive come frutta e verdura. C'è inoltre bisogno di pannolini e altre scorte igieniche, come anche di giochi e materiali ricreativi. Sono stati segnalati casi di pidocchi, varicella e infezioni fungine. Di fatto non ci sono regolari servizi sanitari, accesso ai farmaci o supporto psico-sociale».

Tra i bambini dei centri visitati, il team di valutazione dell'UNICEF ha rilevato la presenza di sintomi chiaramente attribuibili a casi di stress post traumatico, come disturbi del sonno.
La maggior parte dei bambini ha vissuto esperienze emotive molto difficili. Sono assai diffusi insonnia, paure, mal di testa e nevrosi. La Barberis ha ricordato che l'esperienza traumatica vissuta in questo periodo dai più piccoli può avere pesanti effetti negativi di lunga durata.

La risposta dell'UNICEF
L'UNICEF finora ha provveduto a inviare alimenti di base, acqua e attrezzature igieniche, lenzuola e coperte per donne e bambini sfollati.
Riguardo le condizioni psicosociali dei bambini, l'UNICEF allestirà spazi ricreativi a misura di bambino nei centri di accoglienza di Tbilisi e nelle vicinanze. Questi spazi offriranno ai bambini cura e protezione per tornare gradualmente ad una vita normale. Inoltre gli spazi ricreativi a misura di bambino potranno essere utilizzati temporaneamente anche come scuole; nel frattempo l'UNICEF lavorerà affinchè i bambini possano tornare sui banchi di scuola in tempo per l'inizio dell'anno scolastico, a metà settembre.

Insieme ai suoi partner l'UNICEF ha concordato una prima distribuzione di 400 kit di scuola in scatola e 300 kit di attrezzature per acqua e igiene ai centri di accoglienza nell'est della Georgia.

L'UNICEF sostiene inoltre che: "i kit di scuola in scatola saranno utilizzati per facilitare l'accoglienza dei bambini negli spazi ricreativi e per supportare le prime attività di recupero psicosociale con i bambini e gli adolescenti".

L'UNICEF sta allo stesso tempo allestendo gli aiuti per garantire forniture alimentari per oltre 4.200 bambini sfollati tra i 6 e i 24 mesi di età presso i centri di accoglienza. Nonostante questo, l'UNICEF, insieme alle autorità georgiane, invita le mamme ad allattare esclusivamente al seno i propri neonati, e ha già espresso la propria preoccupazione per la grande quantità di sostituti del latte materno che sono in arrivo come aiuti umanitari nel paese.

L'UNICEF stima che ci siano oltre 128.700 persone sfollate in Georgia, di queste 38.610 sono bambini sotto i 18 anni di età, mentre 5.700 hanno meno di 2 anni.

Per fronteggiare l'emergenza umanitaria, nell'ambito del "Flash Appeal" congiunto delle Nazioni Unite, l'UNICEF ha lanciato un appello di raccolta fondi per 6,4 milioni di dollari USA per fornire immediata sussistenza ai bambini e alle donne.

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