Ha attraversato giungle, foreste e magalopoli d'Africa per raccontare un altro continente. Non solo fatto di guerre, carestie ed epidemie ma anche di Paesi con una grande varietà di cibi e di prodotti che caratterizzano l'economia locale. Era la sua passione, quella di coniugare sostenibilità ambientale, ricchezza delle comunità locali e sviluppo economico. <
> riflette Giangi Milesi, presidente del Cesvi, riprendendo il filo della lunga amicizia con Ettore Tibaldi, vicepresidente dell'Ong.
Il bergamasco, classe 1943, è scomparso nella notte di sabato a Senigallia -dove viveva parte della famiglia- a seguito di una lunga malattia.
Per molti anni docente di Zoologia alla Facoltà di Scienze dell'Università di Milano e dal 2004 all'Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo in Piemonte, ha pubblicato il resoconto del lungo viaggio attraverso il Sahara (<>) per Terra Madre, la nuova creazione di Slow Food per promuovere la tradizione culinaria e i prodotti tipici di Paesi in via di sviluppo.
Proprio del progetto internazionale di Slow Food fu uno dei più grandi sostenitori, come dei programmi del Cesvi. Fu tra i partner del rilancio Parco dei Colli con il progetto <> insieme alla cooperativa <> Bergamo. <>.
Per Tibaldi economia e ambiente erano l'ago della bilancia della sostenibilità futura, come sottolinea il sociologo Renato Novelli, amico e collaboratore. <>. Fece parte del movimento Medicina democratica che, in tempi non sospetti, parlava di cura individualizzata del paziente. È stato consulente scientifico e tra gli ideatori dei primi programmi televisivi di divulgazione ambientale, per esempio lavorando con Licia Colò. I funerali saranno celebrati a Senigallia martedì pomeriggio.
Elena Catalfamo, L'Eco di Bergamo