"Se ci sono possibilità concrete di aprire nuove strade, per adottare bambini provenienti da Paesi in cui l'Italia ancora non opera, siamo disponibili a valutarle. Già in settembre potremmo rivedere i termini per la presentazione delle domande di autorizzazione se, in quello specifico Paese, ci sono le condizioni per poter lavorare". Così si è espresso dalle colonne di Avvenire del 17/08/08 il senatore Carlo Giovanardi, presidente della Commissione per le adozioni internazionali ( Cai) rispondendo all'appello lanciato alla fine di luglio dal presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini, per anticipare al prossimo settembre il termine per sbloccare l'apertura di nuovi paesi all'adozione internazionale da parte degli Enti autorizzati italiani.
Con l'approvazione dei nuovi criteri per regolamentare l'attività degli Enti autorizzati, avvenuta il 22/07/08, la Cai aveva infatti rinviato al 30/03/09 il termine per presentare le relative domande di autorizzazione.

Si era venuta così a creare una situazione assurda e paradossale: un organo, la Cai, pensato e voluto dalla legge per controllare ma anche per promuovere il sistema delle adozioni internazionali, di fatto ne bloccava le potenzialità di sviluppo per un ulteriore anno. Si ricorda infatti che a causa dell'introduzione del nuovo regolamente della Cai, avvenuta negli ultimi mesi del 2007, il termine per la presentazione delle nuove autorizzazioni era già stato rinviato al luglio 2008: con questo ulteriore rinvio, il blocco sarebbe durato ben 24 mesi!
Ora se da un lato è pienamente condivisibile lo sforzo della Cai di voler, finalmente, mettere mano seriamente ad una revisione della qualità, eticità e trasparenza dell'operato degli Enti autorizzati, dall'altro è incomprensibile la decisione di limitare, anzi impedire, l'attività degli Enti che già posseggono i requisiti previsti dai nuovi criteri.

Purtroppo non è la prima volta che si determinano situazioni così contraddittorie ed è questa una anomalia più volte denunciata: fin tanto che la Cai non "imparerà " a gestire il "sistema Adozione internazionale" con la effettiva e partecipata collaborazione degli Enti autorizzati - coloro i quali poi sono deputati ad attuarlo concretamente- assisteremo a simili spiacevoli incongruenze- E ciò non va a vantaggio nè dei bambini abbandonati nè delle famiglie in attesa di accoglierli. Reiteriamo pertanto al Presidente della Cai la richiesta di voler immediatamente ripristinare l'attività dei tavoli paritetici fra Cai e coordinamenti degli Enti autorizzati- anch'essa ormai bloccata da due anni- al fine di dare un vero e nuovo impulso all'Adozione internazionale dell'Italia.

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