Sono ormai 5 milioni gli immigrati regolari in Italia e sono 1 milione i bambini nati da cittadini stranieri nel nostro Paese. Questi i primi significativi dati del XX Dossier statistico sull'Immigrazione promosso e realizzato da Caritas e Migrantes, e presentato di recente a Roma e, in contemporanea, in tutte le regioni italiane.
Il fenomeno migratorio in Italia, a 20 anni dall'uscita del primo Dossier - voluto allora da don Luigi Di Liegro - non può essere più presentato come un'emergenza né tanto meno continuamente rappresentato come una minaccia. "La vita - ha commentato il presidente delle Acli, Andrea Olivero in un'intervista rilasciata alla Radio Vaticana - ha un valore in sé che va tutelato per tutti, a prescindere che siano cittadini o meno. E va tutelata in particolare la vita debole, fragile, com'è spesso quella degli immigrati, che vivono in condizione di povertà o grande rischio. Per questo, di fronte a fenomeni come gli sbarchi o i respingimenti in mare, noi non possiamo non prendere come cristiani una posizione netta, a difesa rigorosa e intransigente del valore della vita".
Dal 1990, anno al quale si riferiscono i primi dati del Dossier, l'immigrazione è cresciuta di 10 volte. "Nel frattempo - ha spiegato Franco Pittau, coordinatore del Doosier statistico - è cresciuto l'atteggiamento di chiusura nei confronti degli immigrati, sia da parte dei vertici politici sia da parte della base, complice da ultimo anche la crisi economica ed occupazionale". In effetti, secondo Pittau, "la contrapposizione 'Aumento dell'immigrazione - Aumento della chiusura' può essere uno schema utile per sintetizzare i dati più significativi del nuovo Dossier, con una particolare attenzione a quanti sono portati a ritenere gli immigrati un male supplementare per l'Italia, senza rendersi conto che l'avversione nei loro confronti non solo si discosta dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica, ma va anche contro gli interessi del Paese".
E proprio in relazione agli interessi del Paese, il Dossier va a toccare anche un universo di particolare impatto nella vita quotidiana di tante famiglie italiane. Secondo AcliColf "nel Dossier si riafferma come la regolarizzazione del 2009, esclusiva per una categoria di lavoratori, ovvero colf e assistenti familiari, non abbia raggiunto il risultato sperato, ovvero di sanare la posizione di irregolarità e di lavoro nero di molti cittadini stranieri impegnati nel settore. Anche all'indomani del provvedimento, 2 addetti al settore su 5 lavorano completamento in nero".