Nell'ambito delle iniziative contro le discriminazioni promosse in tutta Italia per la giornata internazionale contro il razzismo, ed in occasione del cinquantesimo anniversario del massacro di Sharpeville, in Sud Africa, l'AIFO manifesta la necessità di non dimenticare i tragici eventi che hanno segnato uno dei capitoli più dolorosi nella storia dei diritti umani e di rinnovare l'impegno da parte di istituzioni e società civile per eliminare ogni forma di discriminazione su base razziale, sia attiva che passiva, non solo a livello legislativo ma anche al livello di costume, di vita quotidiana, di mentalità e sentimento comune.
Il 21 marzo 1960, nel periodo di massima intensità delle proteste popolari contro la politica dell'apartheid messa in atto dal National Party, durante una manifestazione pacifica a Sharpeville, la polizia sudafricana aprì il fuoco sulla folla dei dimostranti, uccidendo 72 persone. La manifestazione di Sharpeville era stata organizzata dal Pan Africanist Congress (PAC) per protestare contro la legge dello Urban Areas Act. Questa legge prevedeva che i cittadini sudafricani neri dovessero esibire uno speciale permesso se fossero stati fermati dalla polizia in un'area riservata ai bianchi. I dimostranti, circa 7000 persone, si radunarono verso le 10 del mattino presso la stazione di polizia. Alle 13.15, la polizia aprì il fuoco sulla folla. Furono uccise 69 persone (inclusi 8 donne e 10 bambini) e oltre 180 furono ferite. I motivi per cui la polizia aprì il fuoco sono stati a lungo indagati. Le indagini della Truth and Reconciliation Commission stabilirono che la decisione di sparare era stata in qualche misura deliberata e che era stata usata una violenza non necessaria per fermare una folla disarmata. La polizia continuò a sparare anche mentre i dimostranti fuggivano, e molte delle vittime furono colpite alla schiena. La notizia del massacro contribuì a creare una escalation della tensione fra i neri e il governo bianco. In risposta al diffondersi della protesta, il 30 marzo il governo dichiarò la legge marziale e arrestò 18.000 persone. Il 1º aprile, le Nazioni Unite condannarono ufficialmente l'operato del governo sudafricano. Il massacro diede inizio al progressivo isolamento internazionale del governo del National Party e fu uno dei motivi che convinsero il Commonwealth a estromettere il Sudafrica. In ricordo del massacro, il 21 marzo è stato dichiarato dall'ONU "Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale".
L'AIFO rinnova in questa ricorrenza il proprio impegno a realizzare ogni giorno con convinzione il monito di Raoul Follereau: "Quel che occorre è rifiutare alla nostra coscienza di continuare vilmente la sua piccola siesta di benpensante. Quel che occorre è impedire ai responsabili di dormire. In quanto noi continueremo a credere che la vita di un uomo, il sorriso di un uomo, è più importante e vale di più di tutte le conquiste spaziali. Continueremo a credere nell'uomo e nell'amore che lo farà libero".
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