Borgonovo (Fondazione con il Sud): "Cooperative, 5 milioni per il Fondo di garanzia"
De Rita (Censis): "Ci troviamo con un governo tecnico che lascia tutti soli"
Emanuele Rossi (Agenzia per il Terzo Settore): "Ci vorrebbe coerenza. Moriremo anche passando al Ministero"
LUCCA. Ogni volontario, in media, investirebbe circa 39 ore al mese in attività non retribuite e socialmente utili all'interno della propria associazione. E' quanto emerge dalla prima ricerca sperimentale sulla misurazione del lavoro volontario condotta dalla
Fondazione Volontariato e Partecipazione in collaborazione con il
Centro nazionale per il volontariato e presentata nella seconda giornata di Villaggio Solidale, il salone del volontariato italiano in corso a Lucca.
La ricerca è stata condotta su un campione di 639 volontari e 180 presidenti attraverso un questionario realizzato sul modulo elaborato dall?Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), l'agenzia della Nazioni Unite specializzata nel promuovere la giustizia sociale e i diritti umani. "La sperimentazione ha avuto l?obiettivo di testare alcune soluzioni dell?implementazione di questo modulo in vista di un suo utilizzo più sistematico" spiega
Riccardo Guidi, direttore della Fondazione. "E' il primo passo di una lavoro più complesso nei quali saranno coinvolti anche altri soggetti. Abbiamo testato questo modello affinché l'Istat, che ha seguito tutto il percorso, possa utilizzare i risultati del test per la messa a punto di un questionario ad hoc che sarà inserito in una delle prossime indagini. Il fine ultimo del progetto è restituire la stima del valore economico dell'attività volontaria".
Se per i volontari la media di attività mensili ammonta a poco meno di 40 ore, per i presidenti delle organizzazioni la cifra sale fino a 53 ore al mese. "Occorre specificare - dicono i responsabili della Fvp - che il questionario, in questa fase sperimentale, ha coinvolto volontari selezionati dai presidenti delle associazioni di appartenenza, ed è quindi probabile che fra questi rientrino soprattutto figure con ruolo di vertice o di coordinamento".
FONDAZIONE SUD STANZA FONDO DI GARANZIA DA 5 MILIONI - A Villaggio Solidale si è anche parlato del volontariato nel Mezzogiorno e sull'importanza di fare rete. "Solo così, facendo rete a tutti i livelli e in tutti gli ambiti - spiega
Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud - il terzo settore può davvero diventare un soggetto politico rappresentativo e credibile, protagonista di un disegno più ampio, capace di affermare con forza che i pochi soldi che ci sono vanno investiti, soprattutto al Sud, in welfare, in servizi sociali, in istruzione, in servizi per la collettività". In coda al suo intervento, Borgomeo ha annunciato che la Fondazione per il Sud ha deliberato da poche ore la costituzione di un Fondo di garanzia per le cooperative sociali del Sud che vantano crediti con le amministrazioni pubbliche. "Uno strumento importante ? dichiara Borgomeo ? che ci auguriamo contribuisca a dare forza al sistema della cooperazione sociale del Sud. Il Fondo ammonta a 5 milioni di euro e sarà in grado di garantire alle cooperative crediti per 30 milioni di euro. Tra un anno valuteremo la possibilità di estendere il Fondo e le sue garanzie anche al volontariato e alla promozione sociale".
ROSSI SU AGENZIA TERZO SETTORE: "CI VORREBBE COERENZA" -Emanuele Rossi, professore della Scuola Superiore S. Anna di Pisa e consigliere dell'Agenzia per il Terzo Settore, intervistato sollecitato dal direttore di Redattore Sociale,
Stefano Trasatti, ha spiegato la genesi del libro "Il terzo settore nell?Unità d?Italia" (scritto a quattro mani con Stefano Zamagni) dicendo che "il terzo settore rappresenta una parte rilevante della storia di questi ultimi 150 anni, una storia che ha visto la continua oscillazione tra la privatizzazione e la pubblicizzazione del terzo settore, tra la libertà, l?autonomia e la regolamentazione pubblica e statale".
Sulla chiusura dell?Agenzia del Terzo Settore, Rossi risponde così: "Non conosco le ragioni, nessuno ha mai spiegato nulla. Né a me né agli altri consiglieri dell?Agenzia. Forse si vogliono risparmiare quei 15mila euro annui che rappresentano il ?costo? dell?Agenzia. In ogni caso anche il possibile passaggio a una struttura del Ministero rappresenterebbe comunque la fine dell?Agenzia come ente ?terzo?. So solo che proprio lo scorso anno, dopo un lungo e laborioso iter, è stato varato un decreto che ha rivisto l?attività dell?Agenzia, ne ha ridefinito nome, poteri e anche ridotto il numero dei consiglieri. E oggi, a distanza di appena un anno, si parla di chiusura. Ci vorrebbero un minimo di coerenza e di serietà. Comunque il mio mandato è scaduto e qualunque sarà la decisione io non ci sarò?.
ROSSI SUL SERVIZIO CIVILE: "UNA LENTA EUTANASIA". A Villaggio Solidale si è svolto anche un convegno nazionale sul Servizio civile. "Quella del servizio civile è purtroppo la storia di una lenta eutanasia e di un lungo accanimento terapeutico" commenta Emanuele Rossi. "Se vogliamo davvero un servizio civile vivo ed efficace - aggiunge - i numeri devono essere alti, e quindi anche le risorse. Come per il 5 per mille dovremmo evitare che ad ogni legge finanziaria si decida se e quanti soldi impiegare. Dovrebbero invece essere attività stabilizzate per legge, e per legge dovrebbe essere definita una soglia sotto la quale non si può scendere. Riguardo al problema delle risorse, che è poi il vero problema, l?Agenzia ha già suggerito una soluzione: una delle fonti di finanziamento, infatti, potrebbe essere l?8x1000 destinato allo Stato. Una soluzione semplice ma efficace".
IN 300 PER SPAZIO COMUNE. Inoltre erano in più di 300 le persone arrivate a Lucca da tutta Italia per il primo convegno nazionale di "Spazio Comune" ospitato da Villaggio Solidale. Fra i tanti interventi di studiosi e operatori sociali, ha dato il suo contributo il presidente del Censis
Giuseppe De Rita. La riflessione di De Rita è partita da due problemi fondamentali della società italiana. "Il processo di regressione dei ceti medi, che erano l'85% della popolazione, oggi disintegrati e la logica imprenditoriale degli anni '70 che è stata distrutta. Lo 'spazio comune' è importante perché i problemi si concentrano sempre di più sulla dimensione locale. La comunità cresce - ha incalzato il presidente del Censis - e cresce anche lo spazio comune. Ci troviamo con un governo tecnico che lascia tutti soli: o si fa comunità o si rimane soli. Il problema fondamentale della società italiana - ha detto ancora De Rita - è di andare a capire perché questa società non ha più desideri. E' l'inizio del cambiamento".
VILLAGGIO SOLIDALE PROSEGUE DOMANI (SABATO 25 FEBBRAIO). I lavori di Spazio Comune proseguono anche sabato 25 con l'intervento, fra gli altri, del sociologo
Alain Ehremberg e dell'attore e conduttore televisivo
Patrizio Roversi. Il programma del salone del volontariato italiano prosegue con un programma fitto di appuntamenti: dal seminario sulla Legge 266 (dove interverrà
Danilo Giovanni Festa, Direttore generale per il volontariato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) al convegno dedicato al volontariato e politiche europee (ore 14.30, con gli europarlamentari
Silvia Costa e il vicepresidente del Parlamento Europeo
Gianni Pittella). Alle 16.30 si parlerà invece di volontariato, welfare e crisi economica in un convegno cui parteciperanno numerosi rappresentanti del volontariato e delle istituzioni. Concluderà
Maria Cecilia Guerra, sottosegretario del Ministero delle Politiche Sociali.