Ad alcuni mesi dal Forum nazionale di Etica civile (Milano aprile 2017), si è svolto a Roma il 27 gennaio, presso l’Istituto Toniolo, un nuovo incontro della rete dei soggetti promotori del Forum centrato sul tema della comunicazione. (Scopri di più su: ForumEticaCivile.com)

In apertura ha portato il suo saluto Beatrice Covassi, rappresentante dell’Unione Europea in Italia, che ha ricordato come oggi l’Europa sia di fronte a sfide di portata epocale come la globalizzazione, le migrazioni e il terrorismo. Non bisogna lasciarsi sopraffare da questi cambiamenti, ma coglierli come opportunità di crescita e di sviluppo: basti pensare, ha detto Covassi, come dopo Brexit si sia ripreso a parlare di Europa sociale e si sia deciso di investire proprio sul cosiddetto “pilastro sociale”, che stabilisce 20 principi e diritti fondamentali per sostenere il buon funzionamento e l’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale.

Sono poi intervenuti sul tema «Comunicare per costruire la città» il prof. Michele Sorice, docente di Sociologia della comunicazione e Innovazione democratica (LUISS, Roma), e Giuseppe Riggio SJ, caporedattore di Aggiornamenti Sociali.

Il prof. Sorice ha affermato che «le città sono laboratori e luoghi della sperimentazione e delle relazioni, oltre che dell’innovazione. Le nostre città dovrebbero diventare laboratori per l’ecologia umana». La comunicazione, quindi, deve prendersi carico della costruzione della relazione sociale. La società moderna è costituita dalla comunicazione, elemento strutturante la vita delle persone, dialogica e costruttiva.

Padre Riggio si è soffermato sul fatto che “comunicare” e “comunità” sono concetti interconnessi; comunicare è già costruire la città e, comunicando, le persone escono dalla propria autosufficienza per aprirsi alla relazione con gli altri, anche con coloro i quali hanno idee e visioni del mondo profondamente differenti. Oggi assistiamo a monologhi di contrapposizione, ognuno porta avanti la propria posizione, senza nessun tipo di dialogo con altri. Riggio ha proposto il paradigma della “lentezza”, che permette la creazione di luoghi dove poter ascoltare e ragionare, senza la fretta di dover sovrastare e annientare l’altro.

Un esempio positivo ed esemplare che andrebbe sempre tenuto presente per modificare il nostro modo di comunicare e per costruire nuovamente le nostre città e il nostro vivere insieme? La Costituzione italiana, che è stato il frutto di un dialogo costruttivo fra matrici culturali e orientamenti diversi e che è nata proprio da una comunicazione alta fra persone.

Nel pomeriggio si sono tenuti i laboratori di gruppo, introdotti dalla presentazione di tre buone pratiche di etica civile: l’educazione al senso civico dei giovani nelle scuole, la promozione di una nuova economia responsabile e sostenibile, il Festival della virtù civica. A seguire i partecipanti hanno potuto confrontarsi e condividere riflessioni ed esperienze per una rilettura dei percorsi territoriali nella prospettiva di un’etica civile.

L’assemblea plenaria conclusiva è stata l’occasione per discutere dei temi futuri e dei possibili passi da intraprendere insieme come Forum di Etica Civile. Simone Morandini, della Fondazione Lanza, ha sottolineato in tal senso quanto necessaria sia oggi un’etica civile, in un tempo in cui la frammentazione sembra prevalere rispetto alle buone pratiche di cittadinanza attiva. Il paradigma della città disegna una realtà in cui l’appartenenza è a vasto raggio, inclusiva; in cui ai diritti che la comunità riconosce corrispondono doveri di solidarietà e responsabilità. Il percorso del Forum guarda allora al 2019, per disegnare le prossime tappe di un agire assieme.

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