A dieci anni dal blocco aereo, marittimo e terrestre della striscia di Gaza, un milione di bambini sono costretti a vivere in condizioni inaccettabili. Più di 740 scuole si trovano in grande difficoltà per la carenza di energia elettrica, che è disponibile per sole 2 ore al giorno.

Una limitazione che provoca gravi conseguenze anche per l’interruzione dei servizi sanitari e di emergenza, per l’aumento delle malattie trasmesse dall’acqua per la sospensione della potabilizzazione e il disastro ambientale a seguito del mancato trattamento delle acque reflue. Se un rapporto delle Nazioni Unite del 2012 dichiarava Gaza a rischio di invivibilità entro il 2020, Save the Children considera Gaza invivibile già oggi: con le condizioni attuali i bambini non riescono più a nutrirsi adeguatamente, dormire, studiare o giocare.

Le forniture di energia elettrica dall’Egitto si sono completamente interrotte e l’unica fonte resta Israele nonché l’impianto di generazione interno di Gaza, che funziona a regime ridotto dopo essere stato colpito nel 2009 e lo scorso aprile si è dovuto fermare per mancanza di combustibile e di fondi per i rifornimenti.

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