Nel giro di un mese Idil Eser e Taner Kiliç, direttrice e presidente di Amnesty International Turchia sono stati arrestati e rinviati a giudizio per la grottesca accusa di sostegno a organizzazioni terroristiche: con loro, decine di difensori dei diritti umani, giornalisti, accademici, parlamentari e attivisti sono in carcere , in un clima sempre più pesante di oppressione favorito dallo stato d’emergenza introdotto dopo il fallito colpo di stato del luglio del 2016.

“Sarebbe potuto capitare a noi“: è la frase che da sempre ispira chi lavora e chi si attiva per Amnesty International. Ed è questo che rappresenteremo con un flash mob a Roma, giovedì 20 luglio, alle 18.30 in piazza del Colosseo: saremo lì per Idil, Taner e tutti gli altri attivisti in carcere in Turchia per dire che difendere i diritti umani non è un reato.

Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia, resta in carcere. Confermata la detenzione anche per altri cinque attivisti per i diritti umani che sono stati arresti con lei mentre prendevano parte a un corso di formazione. Sono accusati di “reati per conto di un’organizzazione terroristica senza farne parte”. Gli altri quattro difensori dei diritti umani rilasciati su cauzione restano indagati per lo stesso reato.

Secondo le bizzarre accuse rivoltele, Idil Eser attraverso il suo lavoro per Amnesty International avrebbe legami con tre organizzazioni terroristiche diverse e antagoniste tra loro.

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