Siria: civili a Raqqa intrappolati tra bombe e mine. MSF: “servono corridoi per fuggire in sicurezza”. (Scopri di più su: MediciSenzaFrontiere.it)

Roma. Con l’intensificarsi dei combattimenti per il controllo di Raqqa, nel nord della Siria, i civili in fuga dalla città e dai villaggi vicini non hanno altra possibilità che scegliere se restare sotto i pesanti bombardamenti aerei o scappare attraverso la linea del fronte e i campi minati, avverte l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF).

“I genitori sono costretti a prendere decisioni impossibili”, dice il coordinatore dell’emergenza MSF Puk Leenders. “Possono restare a Raqqa ed esporre così i loro figli a un livello di violenza crescente e ai bombardamenti aerei, o portarli oltre la linea del fronte, sapendo di dover attraversare campi minati e di poter essere colpiti dal fuoco incrociato”. Lasciare Raqqa, ritenuta roccaforte dello Stato Islamico, è molto difficile. “Le persone vengono punite se cercano di scappare e in genere ci riescono soltanto attraverso il pagamento di cifre enormi a ufficiali corrotti”.

“La strada per Ain Issa è costellata di mine”, racconta un uomo di 65 anni fuggito da Raqqa. “Ci sono voluti due mesi per lasciare la città e alla fine siamo scappati insieme ad altre cinque famiglie. Nel tragitto, io sono rimasto ferito durante un bombardamento aereo mentre due bambini sono saltati su due mine mentre camminavamo durante la notte. Entrambi sono rimasti feriti. Uno in modo serio”.

Spesso le condizioni di salute di chi riesce a fuggire sono pessime a causa di un sistema sanitario che funziona appena, la mancanza di assistenza umanitaria, i combattimenti incessanti e le frontiere chiuse. Le loro condizioni peggiorano ulteriormente per via della situazione in cui si trovano a vivere. Molti si trovano ora in campi di transito, altri nelle vicinanze di città come Manbij, Tal Abyad e Tabqa, dove non hanno neppure l’ombra degli alberi per ripararsi dal sole.

“Attraversando in auto queste aree si vedono tende e persone ovunque, con appena il minimo per sopravvivere”, spiega Leenders. “La maggior parte sono contadini scappati portando con sé ciò che avevano e alcune fonti di sostentamento come le pecore. Oppure sono partiti senza portare nulla tranne i vestiti che indossano”.

Le équipe di MSF hanno allestito cliniche nei campi sfollati e lavorano in alcuni ospedali nelle aree limitrofe a Raqqa, fra cui Manbij, Tal Abyad e Kobane/Ain Al Arab. Gli operatori di MSF forniscono assistenza medica a persone in fuga da Raqqa e altre zone ed effettuano vaccinazioni ai bambini per proteggerli da malattie prevenibili e ridurre il rischio di epidemie. La scorsa settimana, le équipe MSF hanno vaccinato 1.070 bambini sotto i cinque anni, molti dei quali non erano mai stati vaccinati prima.

“La maggior parte di queste persone soffre di infezioni delle vie respiratorie, diarrea acuta e disturbi psicologici dovuti alla perdita dei propri cari e all’esposizione a eventi traumatici, oltre che alla paura di restare uccisi”, conclude Leenders.

MSF sta anche allestendo unità di stabilizzazione medica vicino al fronte per aumentare le probabilità di sopravvivenza dei feriti nei combattimenti prima che vengano trasferiti agli ospedali in cui sono disponibili assistenza post-traumatica e chirurgica.

MSF chiede a tutte le parti in conflitto e ai loro alleati di assicurare la protezione dei civili a Raqqa nonché la possibilità di raggiungere aree più sicure senza rischiare la vita. MSF chiede ai paesi confinanti di facilitare l’ingresso di aiuti umanitari in Siria e invoca attività di sminamento per motivi umanitari nel nord del paese. MSF chiede anche alle organizzazioni umanitarie di aumentare la fornitura di aiuti a chi fugge da Raqqa.

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