Mercoledì 3 maggio 2017, gli onorevoli Luigi Bobba (Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e Carlo Sappino (Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Ministero dello Sviluppo Economico) hanno presentato in conferenza stampa il decreto interministeriale riguardante la concessione di finanziamenti e agevolazioni in favore di imprese che operano nell’ambito dell’economia sociale. (Scopri di più su: IrisNetwork.it)

Il decreto precisa le modalità di accesso a 200 milioni di euro a valere sul “Fondo Rotativo (FRI) per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca”. Un sostegno al credito che, in linea con i contenuti della legge delega di riforma del Terzo settore e con i decreti attuativi, favorisce lo sviluppo delle imprese e delle cooperative sociali. L’accesso al fondo sarà disponibile entro l’estate.

I soggetti beneficiari potranno essere imprese sociali (di cui al decreto legislativo n. 155/2006), cooperative sociali e relativi consorzi (di cui alla legge n. 381/1991), società cooperative aventi qualifica di ONLUS (ai sensi del decreto legislativo n. 460/1997).

L’intervento prevede la concessione di aiuti da erogare sotto forma di finanziamenti agevolati per la realizzazione di programmi di investimento, in qualunque settore, che presentino spese ammissibili comprese tra i 200mila e i 10 milioni di euro. Il finanziamento prevede una quota agevolata al tasso di interesse dello 0,50% con una restituzione in 15 anni, corrispondente al 70% delle spese ammesse per fabbricati, macchinari, programmi informatici, oltre a consulenze specialistiche, brevetti e spese generali. Mentre il restante 30% dovrà essere coperto dalle imprese sociali con ricorso al finanziamento bancario. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stimato che, ipotizzando investimenti medi di 1 milione di euro, i finanziamenti potrebbero arrivare a coprire programmi per oltre 350 milioni.

Uno degli elementi di maggiore novità dell’intervento è dato dalla previsione di selezionare i progetti ammissibili in funzione soprattutto dell’impatto socio-ambientale. La banca finanziatrice è tenuta infatti a verificare, oltre alla solidità economico-finanziaria dell’impresa, anche la presenza di potenziali ricadute positive con riferimento ad almeno uno dei seguenti obiettivi: incremento occupazionale di categorie svantaggiate, inclusione sociale di soggetti vulnerabili, raggiungimento di specifici obiettivi volti alla salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dei beni storico-culturali.
Ricordiamo che il fondo era stato annunciato già nel settembre del 2015 dall’onorevole Luigi Bobba durante il XIII Workshop sull’impresa sociale di Riva del Garda.

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