Diciamo che i temi di attualità di queste ultime settimane, fra i tanti, posso dire i più dibattuti dal mio “social-osservatorio” nazionale ed internazionale sono questi: le accuse al lavoro delle ONG che si impegnano e intervengono sul tema dei migranti e il muro di Trump, muro contro tutti e tutto, dal confine con il Messico al dialogo con i media.
Il panorama è triste, si, però le persone non restano indifferenti ne discutono, ne parlano, e si arrabbiano… ma come si diffonde tutto ciò nelle nostre vite quotidiane?

Sarà che ho studiato Scienze Politiche e questo tema m’interessa: come si passa dalle parole alle azioni? Ognuno sa di casa propria, d’accordo, ognuno sceglie di intraprendere piccole battaglie, avvicinarsi e impegnarsi in organizzazioni che si occupano di questo, c’è chi s’impegna per lavoro, c’è chi già discutendo pensa di aver dato ecc.

Ma approfondiamo uno di questi aspetti. Le organizzazioni dovrebbero essere la forma più alta, istituzionalizzata e preposta per coinvolgere le persone all’azione invitando le persone ad attivarsi. Quindi mi chiedo come le organizzazioni incanalano potenziali energie dei singoli con l’obiettivo di un cambiamento possibile e di sensibilizzazione su certi temi?

Tolte le grandi organizzazioni delle 330 mila organizzazioni non profit in Italia, l’80% sono piccole e medie, e quando ne incontro alcune di queste chiedo loro: «se io fossi un volontario cosa mi proporreste di fare? In cosa potrei impegnarmi?». La risposta mediamente, non sempre, è: «molte cose, dipende, da cosa vuoi fare».

D’accordo mettere la motivazione al centro del donatore, e capire cosa si aspetta chi abbiamo di fronte ma passando all’azione: quali sono le vostre priorità e le persone che cercate di più per realizzare il vostro perché, il vostro cambiamento nel mondo?

Proviamo, come organizzazioni, a dare delle indicazioni più chiare e fare delle proposte più precise. Così anche le persone inizieranno a conoscerci per quello che siamo e saranno loro a orientarsi tra un’organizzazione piuttosto che un’altra con logica anche di appartenenza, con uno sguardo forse più lungo.

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