Dal 2006 ArtLab rappresenta un momento di confronto e dialogo per tutti coloro che lavorano nel mondo della cultura. Dopo il successo delle scorse edizioni e organizzato da Fondazione Fitzcarraldo, Lecce torna ad ospitare ArtLab 14. Territori, Cultura, Innovazione dal 24 al 27 settembre 2014, con nuove occasioni di confronto, formazione e aggiornamento professionale.

Nell’ottica di un approccio di tipo trasversale che promuova il confronto, l’integrazione e la collaborazione tra diversi ambiti, ArtLab 14 propone quattro giorni di seminari ma anche momenti informali di scambio e networking incentrati su tre macrotemi: Territori, Pubblici e Sostenibilità. Il programma si articola in una moltitudine di incontri strutturati per offrire una grande varietà di esperienze diversificate:
  • attività di sviluppo professionale: laboratori su tematiche gestionali e operative, sportelli informativi e di consulenza gratuita, riunioni e presentazioni di reti e organismi nazionali ed internazionali;
  • attività convegnistica con sessioni plenarie, seminari tematici, presentazione e analisi di casi e progetti;
  • eventi speciali e programma off con interventi artistici, incontri pubblici con artisti, intellettuali, esperti, manager e imprenditori, presentazioni di libri, degustazioni.

Il tema del marketing culturale sarà anche una delle sessioni tematiche della dodicesima edizione del Workshop sull’impresa sociale (18-19 settembre 2014); Alessandro Bollo, di Fondazione Fitzcarraldo, condurrà infatti la sessione “La cultura per generare valore condiviso nelle economie locali”.

La cultura, intesa come produzione di servizi e tutela del patrimonio, ha assunto una posizione dominante nel dibattito sullo sviluppo locale. Ma oltre la retorica del “giacimento da sfruttare”, a quali condizioni può effettivamente rappresentare un autentico “shared value” delle economie territoriali? L’imprenditoria sociale può giocare, da questo punto di vista, un ruolo importante. Sia perché questo modello d’impresa fornisce una veste giuridico-formale “tailor made” per startup culturali che tentano di farsi strada in contesti dove a dominare sono ancora modalità redistributive e filantropiche. Sia perché la produzione di valore sociale tende ad affermarsi anche oltre le forme istituzionali della socialità (nonprofit, cooperative, erogative, ecc.) all’interno di imprese for profit che riconoscono nella cultura un importante driver per lo sviluppo del loro business, soprattutto se strettamente orientato alla valorizzazione delle peculiarità e delle vocazioni locali.

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