Il Pianeta chiede aiuto: non mi sposto un po’ più in là. (Scopri di più su: SmartWeek.it)

Rapporto Uomo-Terra: rispetto e cura per il cosiddetto “Holocene”

Mondo, 2017. “Se nel passato esisteva un piccolo mondo in un grande pianeta, ora, al contrario, ci stiamo evolvendo in un grande mondo vivente in un piccolo pianeta”; con tali parole il ricercatore svedese Johan Rockström, nonché direttore dello Stockholm Resilience Centre, ci chiama a curare lo sviluppo della vita sulla Terra presentandoci le ragioni profonde di un nuovo progetto a riguardo.
Ma quali sono i fattori che provocano tanta urgenza d’intervenire?

È ormai noto, fin dai tempi remoti, che la Terra ha vissuto periodi di forti cambiamenti, con l’alternanza di ere glaciali e fasi calde, e che solo negli ultimi 12.000 anni siamo giunti al un punto di equilibrio “holocene”, come riferito dal Dir. Rockström, grazie al quale il mondo riesce a svilupparsi come sappiamo.

L’umanità è perciò fortunata ma al contempo tenuta ad assumersi l’onere di preservare l’immenso bene ricevuto.

A fronte di ciò interviene in nostro aiuto la “Carbon Law”.

Si tratta di uno studio condotto con la collaborazione di un’equipe composta da numerosi studiosi e nato grazie alla fondamentale esigenza di salvare il pianeta da un forte male del mondo: le prorompenti e dannose emissioni di carbonio.

Tale studio, dal nome “A roadmap for rapid decarbonization” mira infatti ad implementare ed aggiornare le conclusioni trattate nell’Accordo di Parigi (2015) per ridurre l’aumento della temperatura terrestre al di sotto dei 2° C rispetto all’epoca pre-industriale.


Gli studi: l’informatica condiziona il calcolo scientifico

Tutti gli studiosi che sono intervenuti nell’elaborazione di questo progetto internazionale hanno affermato che, se si rispettassero esattamente i termini dell’accordo, le emissioni di combustibili fossili raggiungerebbero l’apice nella scala dei valori entro il 2020 e tenderebbero allo zero entro circa il 2050.

In tal modo, le ultime teorie degli studiosi stimano la chiusura dell’era del carbone approssimativamente nel 2030-2035 e del petrolio nel 2040-2045.

Desiderosi di voler raggiungere gli obiettivi prefissati nel minor tempo possibile, gli svariati ricercatori sostengono che “Un approccio Carbon Law farebbe sì che i maggiori sforzi per ridurre le emissioni avvengano prima e non dopo, riducendo il rischio di far saltare il residuo budget globale del carbonio per rimanere al di sotto dei 2° C”.

Dunque la nuova “Legge del Carbonio” paragona l’efficienza della tempistica di attività al funzionamento dei processori nei computer, o Legge di Moore, affermando che come ogni due anni la potenza del computer raddoppia, così il mondo dell’economia dovrà seguire delle roadmap decennali di lavoro per supportare un bilanciamento tra dimezzamento di emissioni e al contempo un’adozione crescente di fonti rinnovabili. Non si tratta di una procedura esclusivamente necessaria, ma soprattutto fattibile.

Potremmo dunque definire questo risultato scientifico come la “Regola d’oro” per eccellenza affinché il mondo riesca a fare a meno dei combustibili fossili prima del 2050.

La Carbon Law inoltre presenta un range di applicabilità senza limiti, poiché può essere rispettata a partire dal singolo individuo fino alle grandi aziende; pertanto solo grazie ad una cooperazione a tappeto, il mondo potrà finalmente godere di nuovi polmoni e vivere più a lungo.

A sostegno di tale chiamata di aiuto interviene il ricercatore Joeri Rogelj, il quale sottolinea quanto sia assolutamente necessario un vasto contributo in ogni forma e a cominciare da oggi per gestire vari programmi contemporaneamente.


Le conseguenze socio-economiche sotto un cielo differente

Il risultato non sarà singolo, ma genererà una serie di conseguenze positive a catena: secondo Malte Meinshausen, direttore del Climate & Energy College dell’Università di Melbourne, i Paesi che si impegneranno ad investire le proprie risorse in investimenti nelle energie rinnovabili coglieranno in cambio l’opportunità di rivoluzionare un futuro a emissioni zero in una florida attività economica.

Per tali ragioni, la riduzione delle tecnologie a base fossile sveleranno un lato positivo: non solo sotto l’aspetto ecosostenibile, ossia attraverso un’ampia chance di far oscillare la variazione delle temperature massimo di più o meno 1° C, ma anche mediante la fruizione di minori costi, incremento dei posti di lavoro e aria più salubre.

Se non scegliamo la vita ora, quando?

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