L'Italia pronta a esportare in Ue un modello di "ponti positivi" opposto alla "logica dei muri". Compie un anno il progetto che ha permesso di accogliere quasi 700 profughi legalmente e in sicurezza. Comunità, parrocchie, associazioni e famiglie coinvolte: 68 i comuni (in 17 regioni) che hanno offerto ospitalità. (Scopri di più su RedattoreSociale.it)

Roma. L'Italia è pronta a esportare in Europa un modello di "ponti positivi", opposto alla "logica dei muri": cosi' Andrea Riccardi, fondatore della Comunita' di Sant'Egidio, sul progetto dei "corridoi umanitari" che ha permesso oggi l'arrivo a Fiumicino di 50 profughi siriani.

"E' un modello che funziona", sottolinea Riccardi, "garantendo la massima sicurezza allo Stato e alla societa' che accoglie e allo stesso tempo dando la possibilita’ a queste persone di scappare dal ricatto dei mercanti di esseri umani". Secondo il fondatore della Comunita' di Sant'Egidio, l'Italia e' apripista a livello europeo e internazionale. "Fa funzionare questo sistema proiettandolo su una logica che non e' quella dei muri ma quella di ponti positivi" sottolinea Riccardi. Convinto che presto il modello sara’ esportato: "C'e' la Francia", spiega, "e forse anche la Spagna".

Era il 29 febbraio 2016 quando il primo gruppo di rifugiati giungeva in Italia grazie a lprogetto "totalmente autofinanziato", fortemente voluto da Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese in accordo con i ministeri degli Esteri e dell'Interno. In un anno quasi 700 persone sono giunte in sicurezza e legalmente nel nostro paese. Il primo anno di corridoi umanitari è stato festeggiato oggi a Fiumicino con il benvenuto ai 50 nuovi profughi siriani, ai quali se ne aggiungeranno altri 75 il prossimo 2 marzo. Ad accogliere le famiglie siriane, che sono arrivate da Beirut con un volo di linea Alitalia, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Luca Maria Negro, la responsabile dell’ufficio Otto per mille della Tavola Valdese, Susanna Pietra, la responsabile dei servizi ai migranti della Comunità di Sant’Egidio, Daniela Pompei, il viceministro degli Esteri, Mario Giro e il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione.

“In un anno di lavoro, che ha permesso di fare arrivare in Italia un significativo numero di profughi in sicurezza favorendone l’integrazione – ha osservato il fondatore di Sant’Egidio – abbiamo compreso il desiderio di tanti cittadini di accogliere. L’Europa non è condannata ad affrontare l’immigrazione con la paura o la demagogia. E i muri sono solo dei palliativi. Lo dimostra il fatto che altri paesi europei sono prossimi ad aprire nuovi corridoi umanitari: la Francia dovrebbe farlo entro il mese di marzo”. “Quello che sembrava un sogno è divenuto realtà e compie oggi un anno”, ha osservato Luca Maria Negro, ringraziando quanti in Italia stanno lavorando per l’integrazione.

I numeri. Le nuove famiglie siriane verranno accolte - come è accaduto per i precedenti arrivi - da comunità, parrocchie, associazioni e famiglie in diverse regioni italiane, tra cui per la prima volta anche la Sardegna nell’isola della Maddalena. Sono infatti 68 i comuni, in 17 regioni d’Italia, che hanno offerto ospitalità ai profughi arrivati. Altri 300 continueranno ad arrivare entro la fine dell’anno, mentre 500, in gran parte eritrei, somali e sud-sudanesi, giungeranno dall’Etiopia grazie ad un altro accordo con lo Stato italiano, promosso sempre dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Conferenza episcopale italiana. "L’accoglienza diffusa rappresenta un elemento decisivo di un progetto, - sottolineano i promotori - totalmente autofinanziato, che sta favorendo l’inserimento dei profughi arrivati nel tessuto civile e sociale del Paese, nel circuito scolastico per i minori e in quello lavorativo per gli adulti, con grande beneficio per la società". (Rs/Dire)

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