Prosegue il percorso di attuazione del SIA (Sostegno per l'inclusione attiva), anche in vista del decreto che a breve amplierà la platea dei beneficiari grazie alla maggiore disponibilità di risorse (oltre 1,5 miliardi di euro per il 2017) e in considerazione dell'auspicato passaggio verso l'universalità a cui mira il Reddito di inclusione. (Scopri di più su: Lavoro.Gov.it)

Con il Decreto Direttoriale n. 11 del 31 gennaio 2017 sono infatti stati ammessi al finanziamento i primi progetti presentati dai Comuni, coordinati a livello di Ambiti territoriali, ai sensi dell'Avviso n. 3/2016. L'obiettivo delle risorse - quasi 500 milioni di euro stanziati dal PON Inclusione solo nel primo triennio - è rafforzare la capacità dei servizi sociali di accompagnare le famiglie operando in rete con le altri servizi del territorio (lavoro, salute, istruzione) e di attivare partnership con i soggetti privati, soprattutto no profit, attivi negli interventi di contrasto alla povertà.

Come per tutte le misure ispirate al principio di inclusione attiva - che prevedono l'obbligo di affiancare al beneficio economico un progetto di attivazione sociale e lavorativa - l'efficacia del SIA passa infatti dal rafforzamento dell'infrastruttura sociale chiamata a gestire tali interventi. La sfida è riuscire a mettere a punto una progettazione integrata che ponga al centro le persone più fragili e la complessità dei bisogni che esprimono. L'obiettivo è la piena inclusione nella comunità di coloro che oggi si trovano ai margini.

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