Dal 29 maggio al 2 giugno a Trento andrà in scena il Festival dell'Economia 2015 che quest'anno parlerà di mobilità sociale. Le disuguaglianze dinamiche sono non meno importanti di quelle statiche.

Conta non solo la distanza fra chi ha redditi più alti e chi li ha più bassi, ma anche la probabilità che quest'ultimo ha di colmare il divario nel corso della propria vita. Per molto tempo il grande gap presente fra il 20 per cento più ricco e il 20 per cento più povero della popolazione negli Stati Uniti è stato ritenuto socialmente accettabile perché presente in una società con forte mobilità sociale, con molti self-made men (persons) e con l'obiettivo dichiarato, se non praticato, di garantire un'uguaglianza delle opportunità.

Per affrontare questo problema c'è bisogno di un coordinamento tra paesi nella tassazione dei capitali, che si stenta a raggiungere anche solo all'interno dell'Unione Europea. C'è una dimensione internazionale delle disuguaglianze delle opportunità che viene spesso trascurata.

In genere più alte sono le barriere migratorie e più forti le restrizioni alla mobilità territoriale delle persone, soprattutto di quelle più qualificate, più difficili i movimenti all'interno della società.

È uno dei problemi più seri che oggi ha di fronte il welfare state europeo, minacciato prima ancora che dalla crisi fiscale, dal tentativo di impedire la mobilità dei lavoratori all'interno dell'Unione. Se ne parlerà a Trento.

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